Lassana Bathily è cittadino francese. Per altri richiedenti, il cammino è lungo e incerto

2015-01-20 19

A ventiquattro anni, Lassana Bathily è un eroe per caso. Originario di un piccolo villaggio nel nord-ovest del Mali, arriva in Francia nel 2006 per raggiungere suo padre. Dopo gli studi in un istituto professionale, ottiene un diploma come piastrellista. Alla notorietà che gli è piombata addosso, non era preparato.

Lo scorso nove gennaio, si trova nel supermercato kosher di Vincennes, a Parigi, dove lavora come commesso da oltre 4 anni. Quando Amedy Coulibaly fa irruzione, riesce a nascondere sei clienti, tra cui un neonato, in una camera refrigerata. Poi scappa, informando i poliziotti di ciò che sta avvenendo all’interno.

“Poteva essere un cristiano, un ateo, un musulmano – spiega – Se vedo una persona cattiva che spara, fa male. Non l’ho fatto perché erano ebrei… l’ho fatto per impedire qualcosa di inumano. Non si può lasciare uccidere un essere umano innocente”.

Al suo arrivo in Francia, Lassana segue il lungo iter dei sans papiers. Nel 2009, evita per un soffio l’espulsione