Comincia oggi la tre giorni del Papa in Turchia, ad Ankara e Istanbul.
Francesco farà visita alle autorità politiche e al Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo che, dopo lo scisma del 1054, è stato il primo capo della Chiesa ortodossa a presenziare, l’anno scorso, all’elezione di un pontefice.
Il programma ufficiale non prevede una visita ai campi dei rifugiati siriani e iracheni.
Il portavoce del Patriarcato di Costantinopoli ricorda che il Papa è a capo di oltre un miliardo di cattolici nel mondo, ha molte responsabilità e poco tempo a disposizione. Ma sa che il Pontefice affronterà il problema dei rifugiati ad Ankara o Istanbul, senza voler interferire politicamente.
Sono un milione e 600mila i profughi delle guerre in Siria e Iraq che vivono in Turchia in condizioni estreme.
Una donna, scappata dalla città curda di Kobane, assediata dalle milizie dell’autoproclamato Stato Islamico, racconta: “Quella che abbiamo qui non è una vita. Abbiamo bisogno sia di un aiuto economico che di un aiuto spirituale per superare il dolore”.
Se è escluso che Bergoglio si recherà in questi luoghi, alcune indiscrezioni parlano tuttavia di un suo possibile incontro a sorpresa con un gruppo di rifugiati siriani e iracheni nella capitale o a Istanbul.
Pochi giorni fa a Strasburgo, il Papa aveva rivolto un accorato appello alle istituzioni europee perché facciano di più per i migranti.