La ripresa? Come un miraggio: scompare man mano che ci si avvicina.
L’Ocse “lima” ancora le previsioni di crescita economica globale per quest’anno e per il prossimo.
La futura frenata negli stimoli economici della Fed, il rallentamento dei Paesi emergenti e il quasi-cortocircuito sul debito statunitense pesano, dice l’organizzazione.
Conseguenza: una scrematura di quasi mezzo punto percentuale.
“Il dato della crescita mondiale riferito all’anno 2013, ora, è al 2,7%, il livello più basso dalla grande crisi del 2009”, ha spiegato il segretario generale dell’Ocse Ángel Gurría.
“Ci aspettavamo che questi numeri tornassero al 4%, che è il livello a cui sono previsti intorno al 2015, ma il 2013 sarà senza dubbio un anno di crescita bassa”.
Immutate, rispetto a primavera, le previsioni per le principali economie avanzate: Stati Uniti e Giappone dovrebbero crescere rispettivamente del 2,9% e dell’1,5%, mentre Eurolandia viene vista leggermente in ribasso al +1%.
All’interno dell’area della moneta unica a preoccupare l’Ocse sono le spinte deflazionarie evidenziate dai dati sui prezzi di ottobre.
L’organizzazione si spinge quasi fino a “bacchettare” la Bance centrale europea perché metta in campo misure che vadano oltre l’abbassamento dei tassi, ad esempio gli acquisti di bond.
In linea con l’analisi della Commissione, invece, il giudizio sull’Italia: il debito è in aumento servono nuove misure.