20 arresti nel riminese eseguiti dai Carabinieri nell'ambito dell'operazione "Mirror", che ha fatto emergere un articolato sistema di riciclaggio del denaro, ottenuto tramite estorsioni e rapine, con intestazioni fittizie e prestanomi. Il denaro veniva investito infatti nell'acquisto di locali notturni e di strutture ricettive della Provincia di Rimini. Il sodalizio criminoso è risultato in contatto con appartenenti ai clan dei Casalesi e dei Vallefuoco. Nel dettaglio sono stati sequestrati 18 società (220mila euro il valore sociale complessivo), 38 tra conti correnti e libretti di risparmio, 10 automobili di grossa cilindrata, un bar e due noti night club di Rimini e Riccione.
Le accuse più gravi (organizzazione e partecipazione ad un'associazione per delinquere di tipo mafioso dedita alla realizzazione di più delitti di estorsione e rapina) riguardano otto soggetti: un romano di 57 anni, vertice dell'organizzazione, e suo figlio di 32 anni; un napoletano di 39 anni, un 35enne di Matera, un 40enne di Sassari, un 46enne di Brindisi, gli esecutori materiali delle estorsioni e delle aggressioni agli imprenditori che non si piegavano al volere del sodalizio criminoso; un 59enne di Ancona e un 32enne di Cesena; tutti residenti o domiciliati a Rimini e Provincia, tranne il Cesenate e il Brindisino, residente a Sassofeltrio. Un 53enne campano, residente a Rimini, dovrà rispondere invece di lesioni premeditate aggravate e di minaccia: aveva infatti organizzato l'aggressione ai danni di uno dei prestanomi, a cui era stata affidata la gestione di uno dei night. Il 53enne si sentiva tradito, in quanto questi aveva ceduto inaspettatamente parte delle quote societarie. L'avvocato destinatario di una misura interdittiva della libera professione è invece un 50enne originario di Campobasso, noto penalista esercitante nel foro di Rimini.