Indagini della Procura di Trani, svolte dalla polizia, hanno sgominato un traffico internazionale di armi dalla repubblica di San Marino alla Puglia, nello specifico ad Andria. Sette gli arresti: uno a Rimini, uno a San Marino, gli altri ad Andria e Molfetta. Le persone fermate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'introduzione illegale in Italia di armi e munizioni: fucili di precisione, fucili d'assalto e pistole. Le armi provenivano da GMB, armeria sammarinese del 38enne Gaetano Manzoni Borghesi, che vanta anche una lontana parentela con lo scrittore Alessandro Manzoni. Coinvolto nel traffico anche un impiegato dell'armeria, S.S., 32enne riminese. Le indagini sono iniziate nel 2009 a seguito di una segnalazione da parte della gendarmeria di San Marino, in merito a sospette esportazioni di armi in direzione Puglia. Tra il 2009 e il 2011 sono stati così effettuati una serie di controlli mirati. Il meccanismo era ben rodato: grazie a documenti e timbri falsificati, con l'ausilio di un'impresa di trasporti, con sede a Corato in provincia di Bari, nel giro di due anni erano state trasportate 247 armi da fuoco. Dal 2011 Manzoni aveva chiuso l'attività, ma aveva proseguito la vendita come persona fisica delle armi che erano rimaste invendute. Nell'aprile del 2011 l'arresto della squadra mobile di Bari di due dei tre committenti, Rustico Luigi, 42enne imprenditore di Andria, e Coratella Vincenzo, 39enne gestore di sale giochi, anche lui di Andria. I due erano stati sorpresi in possesso di 6 pistole, un fucile di precisione, un mitragliatore d'assalto, oltre a numerose munizioni, silenziatori e puntatori laser. Nell'occasione erano stati ritrovati anche timbri falsi di uffici di Stato, tra cui alcuni della polizia, licenze per acquisti, trasporto e porto d'armi falsificati. Venerdì l'arresto in contemporanea del Manzoni e dell'ex impiegato. Il primo è stato arrestato a Imola: si era recato al commissariato locale per risolvere una pratica per la compravendita di un'arma. Il 32enne è stato invece tratto in arresto dal personale della Squadra Mobile di Rimini a Verucchio. Secondo le prime stime, il traffico di armi si aggirerebbe sui 300mila euro, nel frattempo però le indagini non si arrestano. Numerose armi riportavano le matricole abrase e potrebbero essere state utilizzate in alcuni reati dalla criminalità organizzata pugliese.