La battaglia contro la malattia Anna Paola si racconta in un libro

2013-03-25 39

Pietra e vetro. Si definisce così Anna Paola Bianchi, 18enne di Novafeltria che convive dall'età di 5 anni con una rarissima malattia genetica, la Glicogenosi II. Un corpo fragile, ma un animo determinato e coraggioso.

"Dietro le persone meravigliose si nasconde un passato brutto. Sono una persona dannatamente meravigliosa, visto il mio passato pessimo". Il passato e la vita di Anna Paola sono raccontate in un breve racconto autobiografico. Breve, ma intenso: ricco di pensieri, riflessioni, aneddoti; ricco di parole, quelle parole che per un periodo della sua vita Anna Paola non riusciva più a urlare o a sussurrare. "L'ultimo giorno di inverno": il 20 marzo del 1994, giorno in cui Anna è nata, non sapendo di avere dentro di sè il suo più temibile nemico. Un nemico terribile conosciuto a 5 anni, nel 1999. Un nemico che aveva preso le fattezze di un'amica, che teneva Anna Paola per mano e l'accompagnava nella sua fanciullezza. Un'amica che in pochi conoscevano. Il 27 febbraio del 2006 quell'amica "fu abbandonata tra la folla di un Carnevale". Fu abbandonata, ma tornò e colpì alle spalle. Quindici giorni di ricovero a Rimini, il trasferimento a Trieste. Una battaglia combattuta 64 lunghissimi giorni contro un demone dai capelli lunghi e gli occhi rossi, vestito di bianco. Una battaglia vinta. La rinascita per una nuova vita: il ritorno a scuola, l'esperienza della "Scuola Interiore delle Arti" di Novafeltria. Il teatro, il sogno di danzare su un palco.

"Arrendersi è la via più semplice, ma non la migliore. Lottare paga sempre", é il messaggio che Anna Paola imprime con forza nelle ultima pagina del libro. Ci ricorda che, purtroppo, i buoni vincono sempre solo nelle fiabe. Il male però si può vincere. E i buoni possono batterlo senza spade e armature, anche con un corpo piccolo e fragile.

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