CASTELFRANCO DI SOPRA. LE BALZE DEL VALDARNO (AREZZO, ITALY)

2013-01-09 87

Domenica 30 dicembre 2012: vedute delle Balze del Valdarno nella zona di Castelfranco di Sopra, provincia di Arezzo, Toscana, Italia. Le Balze del Valdarno, conosciute a Montevarchi anche come Smotte, sono un fenomeno geologico caratteristico costituito da sabbie, argille e ghiaie stratificate alte fino ad un centinaio di metri, di forme diversificate ed intercalate da profonde gole. Queste sono il risultato dell'erosione dei sedimenti pliocenici lacustri del Valdarno Superiore da parte degli agenti atmosferici e dei corsi d'acqua. Leonardo da Vinci osservandole comprese questi processi con qualche secolo di anticipo rispetto alle moderne teorie sull'erosione e sulla sedimentazione: “... questa valle (Valdarno di Sopra) riceveva sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acqua di quella intorbidita, la quale si vede ancora a' piedi del Pratomagno restare altissima, dove li fiumi l'han consumata e in fra essa terra si vede le profonde segature dei fiumi, che quivi son passati, li quali discendono dal gran monte di Pratomagno, nelle quali segature non si vede vestigio alcuno di nichi di terre marine”. Il fondovalle del Valdarno come lo vediamo oggi è il risultato dei fenomeni geologici avvenuti dopo l'estinzione del Lago Pliocenico del Valdarno Superiore. Da questo momento in poi iniziò la fase erosiva che continua anche ai nostri giorni: il reticolo idrografico, formato da un fiume più grande nel fondovalle, l'Arno e da molti suoi torrenti trasversali più piccoli, ha iniziato a smantellare i sedimenti lacustri accumulati nelle varie epoche ed a trasportare questi ultimi più a valle. Il corso dell'Arno si è abbassato progressivamente dalla vecchia superficie di colmamento alla quota attuale, circa 150 metri più in basso. I sedimenti sono molto giovani e oppongono poca resistenza all'erosione: per questo si formano valli con pendii molto scoscesi. I sedimenti lacustri si presentano sempre con la stessa successione: più in basso quelli più fini (argille), depositati quando il lago era più profondo, più in alto i sedimenti grossolani (ciottoli), trasportati dagli immissari quando il lago lo era meno. Questa alternanza stratigrafica di terreni argillosi teneri sovrastati da terreni più resistenti (conglomerati ciottolosi) permette la formazione di pareti verticali. Il passaggio tra le due formazioni geologiche è netto e risulta facilmente visibile anche agli occhi meno esperti: la parte inferiore è costituita da limi argillosi e sabbiosi, gialli e grigiastri poco coerenti, la parte superiore invece da ciottoli arenacei tondeggianti, cementati e resistenti di colore marrone con presenza di orizzonti più rugginosi (paleosuoli), quando i vecchi sedimenti rimanevano all'asciutto.