"Se non si muove nulla, dovremo prendere una decisione": Biagio Amati in conferenza stampa lancia l'aut aut. Gli imprenditori della città sono chiamati a sostenere il Rimini Calcio, a rischio altrimenti la sopravvivenza della società. Non ha mai regalato facili illusioni il presidente del Rimini, ma in un momento di difficoltà esce allo scoperto: "Abbiamo messo su una macchina funzionante, ma serve della benzina per andare avanti, altrimenti la macchina si ferma". Usa questa immagine Amati per invitare piccoli e grandi imprenditori a dare il proprio contributo, mentre ai tifosi manda segnali di distensione: "Li ringrazio, sono sempre in 1000 al Neri, ma più che abbonarsi e dare il loro sostegno, altro non possono fare, sono altri a mettersi le mani sulla coscienza". Anche le istituzioni, benchè il sindaco Gnassi abbia ribadito, la sera dei festeggiamenti del centenario, il massimo impegno della sua giunta e la possibilità di varare qualche incentivo per le aziende, nel tentativo di spingerle a investire sul "prodotto calcio".
Biagio Amati ha inoltre ribadito la sua "Mission": puntare sul settore giovanile, educare e far crescere atleti, ma soprattutto uomini. "E' una patrimonio della nostra città, non è uno sfizio investirci 500mila euro all'anno", spiega Amati, "nè è nostra intenzione speculare e guadagnare come fanno altre società". Anche la prima squadra punterà necessariamente sui giovani, in numero sempre più crescente; nel sottolinare questo concetto, il presidente del Rimini ha rinnovato piena fiducia a Luca D'Angelo. L'obiettivo diventa ora la salvezza e a gennaio non verrà messa mano al portafoglio: "Non si può comprare nessuno, non girano i soldi", spiega Amati, "volevo vendere Onescu in estate, ma di soldi neanche l'ombra". Niente sprechi: "I nostri giocatori prendono il minimo federale". La conferenza fiume termina, ora la palla passa al campo.