Il servizio di Angelo Ruoppolo ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento del 14 dicembre 2011.
Ancora implacabile il bisturi della Direzione distrettuale antimafia e dei Carabinieri contro le metastasi di Cosa nostra. 28 arresti a Palermo.
Ecco il testo :
Le misure cautelari sono state spiccate con urgenza, per frenare le estorsioni a danno di commercianti e imprenditori, e per scongiurare attentati incendiari o ritorsioni fisiche contro le vittime. Sarebbero stati decapitati i mandamenti mafiosi di Porta Nuova a Palermo, e di Bagheria. Strappati i lacci di collegamento con i clan di Pagliarelli, Santa Maria di Gesu', Brancaccio, Noce, Boccadifalco, Tommaso Natale, e Misilmeri. E i carabinieri, capitanati da Teo Luzi, hanno ammanettato 28 presunti affiliati, ed anche un investigatore infedele, presunto informatore dei mafiosi, Matteo Rovetto, 58 anni, fino ad un anno addietro in servizio alla Squadra mobile di Palermo, adesso in pensione, e che avrebbe informato i capi clan di imminenti blitz. Calogero Lo Presti, 59 anni, inteso "Pietro", ed ecco perche' l' operazione e' stata intitolata "Pedro", e poi Tommaso Di Giovanni, 45 anni, sarebbero i capi di Porta Nuova. E Di Giovanni, macellaio alla Zisa, sarebbe subentrato al timone quando Lo Presti ha scoperto di essere intercettato. Invece, Antonino Zarcone, 40 anni, avrebbe comandato a Bagheria. 15 mesi di indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto, Ignazio De Francisci, intercettazioni video e audio, e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno svelato una capillare imposizione del pizzo e delle infiltrazioni nelle opere pubbliche. I guadagni illeciti sarebbero stati reinvestiti nel narcotraffico di cocaina, ricamando nel mercato siciliano una rete di spacciatori alle redini della mafia. Alcuni commercianti e imprenditori vittime del racket, in controtendenza, hanno collaborato con i magistrati. Estorsioni ed intercettazioni, anche rabbia "perche' ancora non si paga"...
Dalla oppressione criminale non sarebbe stato risparmiato nessuno. La regola del racket sarebbe stata imposta, tramite Tanino Lo Presti, nipote di Calogero, anche al set cinematografico della fiction "Squadra Antimafia Palermo Oggi". La cosca di Porta Nuova avrebbe pilotato il servizio di trasporti e ristorazione per le troupe e gli attori del telefilm Mediaset, ed ecco una intercettazione... Tommaso Di Giovanni, aiutato da Nicolo' Milano, avrebbe gestito la cassa e pagato gli stipendi. 800 euro al mese per i picciotti, tra cui anche Monica Vitale, adesso collaboratrice di giustizia. Poi, 400 euro per le donne dei detenuti. E ad altri, come i familiari del carcerato Tommaso Lo Presti, anche 2mila euro. Ecco gli arrestati: Calogero Lo Presti, Tommaso Di Giovanni, Antonino Zarcone, Nicolo' Milano, Vincenzo Coniglio, Giuseppe Di Marco, Antonino Lo Iacono, Gabriele Buccheri, Maurizio Pecoraro, Daniele Lauria, Agostino Catalano, Rodolfo Allicate, Francesco Paolo Putano, Giuseppe Auteri, Giovanni Giammona, Gaspare Parisi, Ivano Parrino, Francesco Chiarello, Nunzio La Torre, Giovanni Lo Giudice, Domenico Marino, Christian Mancino, Matteo Rovetto, Salvatore Sampino, Giovanni Mannino, Giustino Giuseppe Rizzo, Fabrizio Toscano e Giovanni Toscano.