Il servizio di Angelo Ruoppolo ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento del 6 marzo 2012.
6 marzo 2007, 5 anni dopo lo storico blitz antimafia nell'agrigentino cosiddetto "Camaleonte". Mutamento radicale dell' assetto criminale nel territorio.
Ecco il testo :
6 marzo 2007, giorno dello storico blitz antimafia "Camaleonte", 21 arresti della Squadra mobile, e 6 marzo 2012. E quanta acqua e' cascata giu' sotto i ponti della mafia agrigentina. 5 anni dopo, volgendosi indietro nel tempo, e' da vertigine riflettere su cio' che all' epoca e' apparso come una roccia non scalabile, impossibile. E invece no. Quando lui, Cesare Lombardozzi, oggi 69 anni di eta', e' uscito fuori dalla Questura di Agrigento per essere accompagnato in carcere, Maurizio Di Gati si e' appena consegnato alla Giustizia e collabora. E il figlioccio di Lombardozzi, Falsone, che sarebbe stato punto al dito da Lombardozzi, suo padrino, e' ancora latitante. In quel tempo, lui, Giuseppe Falsone, si sarebbe appena incontrato con Gerlandino Messina. A meta' strada, uno da Campobello di Licata, e l'altro da Porto Empedocle. La stretta di mano a Palma di Montechiaro. Falsone e' il capo, dopo la ritirata di Maurizio Di Gati tra Racalmuto, Grotte e Favara, e il regista dell' operazione, secondo Di Gati, sarebbe stato proprio Lombardozzi. E Falsone nomina Gerlandino Messina vice Capo di Cosa nostra agrigentina. E quanta acqua e' cascata giu' sotto i ponti. In quel tempo si teme la guerra, tra Di Gati, di fede corleonese, e Falsone, piu' a fianco di Provenzano, a cui scrive il famoso pizzino per denunciare che Giuffre' ha pilotato la nomina di Maurizio Di Gati a Capo provincia ad insaputa dello stesso Provenzano. Invece no. Di Gati chiede di incontrare Falsone, ma lui si nega, manda suoi ambasciatori, e rilancia le ostilita'. In verita', racconta poi Di Gati, "io avevo paura di lui e lui aveva paura di me". Non e' guerra, Di Gati si pente. E l' esercito di Maurizio Di Gati, soprattutto a Favara, si consegna a Falsone. Poi a Naro si pente Giuseppe Sardino, gia' braccio destro del capo. E la caccia a Falsone si impenna. Lui fugge da un covo all'altro, fino a Marsiglia, in Francia. L' arresto, la Polizia, 25 giugno 2010. Poi, e' la volta del vice, assurto al trono di capo, Gerlandino Messina, i Carabinieri, Favara, 23 ottobre 2010. 5 anni dopo il blitz "Camaleonte" quanta acqua e' cascata sotto i ponti della mafia agrigentina. Quasi un' era geologica. Adesso una nuova era. Sicilia sempre piu' povera, e dove anche la mafia, impoverita, non avrebbe piu' ragione di essere. Tanti sostengono, il primo e' Saviano, che la piovra si sia trasferita armi e bagagli nel nord, piu' ricco. Forse e' vero. Perche' la mafia sempre "Camaleonte" e', pronta a mimetizzarsi, a nascondersi, sottobosco, per sfuggire e riciclarsi un futuro.