http://www.pupia.tv - Reggio Emilia - Il discorso del presidente Napolitano. Al via a Reggio Emilia le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Proprio in questa città il 7 gennaio 1797 il tricolore venne adottato per la prima volta ufficialmente come vessillo della Repubblica Cispadana. Il programma delle celebrazioni è ricco di eventi che si terranno, nel corso del 2011, in diverse città italiane alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano. La giornata è iniziata con l'alzabandiera in Piazza Prampolini, cui seguirà una visita alla Sala del Tricolore e nella Sala civica del Palazzo municipale, per la consegna della copia del primo Tricolore ai sindaci di Torino, Firenze e Roma, ovvero le città che negli anni sono state capitali della nazione. Napolitano inaugurerà a Palazzo Casotti la mostra "La bandiera proibita. Il tricolore prima dell'Unità" e visiterà il museo a cielo aperto "Le strade della bandiera. Reggio Emilia città del Tricolore". A seguire la celebrazione ufficiale, al Teatro municipale "Valli", e il concerto dell'Orchestra sinfonica nazionale della Rai. Nei dintorni della centralissima piazza della città emiliana, pavesata di tricolori, sono affluiti centinaia di cittadini e curiosi per assistere alla cerimonia. Nel pomeriggio visita al Museo Cervi di Gattatico, sede dell'Istituto Cervi e dell'Archivio Emilio Sereni. In serata il presidente della Repubblica si trasferirà a Forlì. Sabato Napolitano sarà ancora in Romagna e visiterà anche Ravenna. L'INTERVENTO DI NAPOLITANO. "Dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto una revisione dei principi fondamentali della Costituzione, è pacifico che c'è l'obbligo di rispettarli. E tra questi principi c'è il rispetto del tricolore". Lo ha detto il presidente Napolitano, il quale ha sottolineato che non è un caso che nella carta costituzionale sia stato inserito uno specifico articolo, il numero 12, dedicato alla bandiera nazionale. E con riferimento ad esso, ha evidenziato, "comportamenti dissonanti non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo". Napolitano ha rivolto "un vivo incitamento a tutti i gruppi politici, di maggioranza e di opposizione, a tutti coloro che svolgono compiti di responsabilità istituzionale, perchè nei prossimi mesi al Sud, al Centro come al Nord, si impegnino a fondo per le iniziative del centocinquantenario".
Il presidente ha poi invitato a non sminuire il valore di questo anniversario, cosa che "non giova a nessuno, non giova a rendere più persuasive, potendo invece solo indebolirle, le legittime istanze di riforma federalistica e di generale rinnovamento dello Stato democratico". Il presidente ha riconosciuto che non tutto nel processo di riunificazione è andato come nelle intenzioni. "La delusione e lo scontento che ben presto seguì il compimento dell'Unità ha finito per riprodursi fino ai giorni nostri. - ha sottolineato - La critica del Risorgimento ha conosciuto significative espressioni, ma quel che è giusto sollecitare è un approccio non sterilmente recriminatorio e sostanzialmente distruttivo, e un approccio che ponga in piena luce il decisivo avanzamento storico che l'unità ha consentito all'Italia, al di là di storture da non tacere". "Non ripeterò le preoccupazioni per le difficoltà e le durezze delle prove che attendono e incalzano l'Italia", ma "la premessa per affrontarle positivamente, mettendo a frutto tutte le risorse su cui possiamo contare, sta in una rinnovata coscienza del doversi cimentare come nazione unita, come Stato Nazionale aperto a tutte le sfide, ma non incline a riserve e ambiguità sulla sua propria ragione d'essere e tanto meno a impulsi disgregativi che possono minare l'essenzialità delle sue funzioni dei suoi presidi e della sua coesione". ....... (07.01.11)
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