http://www.pupia.tv - Casapesenna (CE) - Arresto Zagaria, intervista al viceparroco. "Tutti si aspettavano che suonassimo le campane a festa ma questo non è evangelico. Nel Vangelo il Dio cerca il bene di tutti. E' chiaro che siamo contenti che la giustizia vada avanti". Don Vittorio Cumerlato, giovane viceparroco di Casapesenna, respinge le accuse contro la parrocchia all'indomani dell'arresto del superboss Michele Zagaria. L'omelia del parroco don Luigi Menditto, che ha definito "parrocchiano" il latitante scovato nel bunker di vico Mascagni, senza citarne la cattura nell'omelia del giorno dell'Immacolata, ha suscitato, infatti, non poche polemiche. "Don Luigi non ha fatto alcun errore, perché parliamo di una persona che rientra nel nostro territorio parrocchiale. Ma nell'omelia -- continua don Vittorio -- sono state dette anche altre cose, che forse non facevano troppo notizia".
Il sacerdote originario del Veneto cita proprio la sua di omelia: "Sì, non ho utilizzato la parola 'camorra', ma che senso avrebbe avuto? La conoscono tutti! Piuttosto, ho preso spunto dal Vangelo e ho detto che viviamo in una terra maledetta. E nella terra maledetta chi vuole il bene lo deve ricavare con le sue fatiche e non bisogna scoraggiarsi". Eppure, sembra che molti cittadini non vogliano ricercare "il bene", mostrandosi "dispiaciuti" per la cattura del boss: "La sola appartenenza a questo paese impedisce qualsiasi sbocco lavorativo. - commenta don Vittorio - C'è sfiducia e quindi le persone hanno paura del domani. Come non è vero che il paese è 'tranquillo' perché c'è il boss. Il paese è tranquillo perché i suoi cittadini sono brava gente. Sicuramente si è destabilizzato un sistema creatosi attorno al boss. Però è ingiusto dire che ognuno che lavora a Casapesenna 'serve' il boss, la maggior parte delle persone lavora semplicemente alla giornata".
Ad ogni modo, per don Vittorio "ciò che è accaduto deve dare coraggio, fermo restando che il male compiuto rimane male". Quel "male", rappresentato dalla camorra, che spesso si fa scudo della cristianità. Boss che adornano i loro bunker di simboli del cattolicesimo, che vanno in chiesa a pregare, che utilizzano frasi del Vangelo per esprimersi. Sono persone che hanno la presunzione di "fregare" Dio? Che, a loro modo, tentano ottenere indulgenza? Nel rispondere, don Vittorio utilizza il pensiero del vescovo di Aversa Angelo Spinillo: "Loro credono in un Dio di potenza, e non in un Dio di misericordia, di umiltà, di condivisione, che è il Dio cristiano". E il viceparroco aggiunge: "Se guardi nella storia della chiesa i sistemi totalitari si sono sempre serviti di un Dio di potenza. Molte volte, addirittura, si sono serviti dell'immagine del Dio cristiano, ma era quello il Dio in cui crediamo". (09.12.11)