"Schnell..schnell" - veloce veloce - queste le parole, la chiave delle indagini che hanno incastrato uno dei tre responsabili della rapina avvenuta in una gioielleria di Rimini lo scorso 5 gennaio. Erano le 17 e 40 quando in Viale Vespucci F.L. 48enne, albanese entrò in azione. Con in mano una pistola minacciò il titolare del negozio che per istinto cercò di sottrargli l'arma. Ci riuscì, ma l'intervento dei complici di F.L. gli rese inutile l'impresa: fu infatti massacrato di botte gratuitamente. Arraffando gioielli per 400 mila euro, i malviventi si impadronirono anche dell'arma del gioielliere, regolarmente registrata. Minacciato e praticamente in fin di vita, il negoziante fu lasciato legato dietro al bancone, mentre i malviventi si dileguarono pronunciando delle parole in tedesco. In genere i cittadini dell'est europeo, usano spesso intercalare in questa lingua. Messi sotto controllo gli albanesi sospetti, sono stati pedinati e intercettati telefonicamente. Le foto segnaletiche di F.L. sono state mostrate al gioielliere e che lo ha riconosciuto. Da qui l'ordine di cattura, poi fatto proprio dal Gip anche in base ai riscontri effettuati su altri elementi, come le parrucche e i guanti abbandonati dai banditi e inviati a Roma, alla sede della polizia scientifica. E' stata impresa ardua poiché gli inquirenti non hanno potuto contare né su telecamere a circuito chiuso né su testimonianze se non quella della vittima. Intanto le indagini continuano, alla ricerca dei complici e della refurtiva, soprattuttio nei negozi di compra-vendita di oro. Ad oggi non si hanno notizie del bottino.