E'stata una ragazza bulgara, arrivata in Italia con il sogno e la promessa di un lavoro normale e finita invece sulle strade a prostituirsi, a denunciare i suoi connazionali sfruttatori. La 23enne e' una delle 40 donne che quattro persone, tre uomini ed una donna, costringevano, anche con botte e minacce, a prostituirsi fra Rimini e Modena. La giovane, stanca di essere segregata e picchiata quando non lavorava, ha approfittato di un cliente per scappare in stazione a Modena, prendere il treno e denunciare tutto alla polizia riminese. E'la terza organizzazione assicurata alla legge negli ultimi 10 mesi dagli uomini del Questore Capocasa, questa volta con l'aiuto delle forze dell'ordine modenesi. Dopo l'arresto di una banda, spiega il Capo della squadra mobile di Rimini Nicola Vitale, e come se scattasse immediatamente il "diritto di marciapiede" per un nuovo gruppo. E così dopo le operazioni "Subura" e "All Inn", il gruppo di bulgari si era potuto insediare in Riviera. I quattro, infatti, già in passato avevano cercato di creare un proprio presidio nel territorio ma vista la concorrenza si erano spostati a Modena lasciando un complice in Riviera. Lunghe indagini, condotte in collaborazione tra le forze dell'ordine emiliane e romagnole, hanno portato all'arresto degli sfruttatori, tutti regolari e con precedenti: due 25enni, Stefanov Nikolay e Nicula Razvan Iacob, la compagna di quest'ultimo, la 22enne Ignatova Vaska, ex prostituta e coordinatrice delle ragazze, infine il 30enne Angelov Aldin. Quest'ultimo,"gancio"dell'intera banda, arrestato nell'operazione All Inn, era il "regista" degli spostamenti dei suoi connazionali. Il 30enne, che si trovava già al Casetti di Rimini, dove gli è stato tra l'altro notificato l'arresto, è stato raggiunto dai suoi "colleghi". Tutti dovranno rispondere di sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona in concorso e lesioni aggravate. Foto Bove