http://www.donna10.it/chi-e-davvero-salvatore-parolisi-14658.html I dibattiti sul caso che più ha scosso l'opinione pubblica, negli ultimi tempi, quello riguardante l'omicidio di Melania Rea, si svolgono nei salotti televisivi e nessun talk show quotidiano rinuncia a parlare di cause e conseguenze che l'evento ha portato con sé, compresa la sofferenza che la prigionia di Parolisi può arrecare all'animo innocente della figlia Vittoria. Vittoria dovrebbe vedere il padre come lui desidererebbe fortemente? Lo urla a gran voce, da dietro le sbarre della cella. I nonni Rea non vorrebbero che la bambina entrasse a contatto con l'ambiente carcerario, anche se è ben noto come, in questi casi, le prigioni italiane siano prontamente attrezzate, con stanze adeguate e personale qualificato, per far sì che l'incontro padre-figlia si svolga in una situazione normalizzata. Perché, però, Parolisi non decide di collaborare, finalmente, proprio al fine di potersi scagionare da ogni accusa e tornare così, una volta libero, ad abbracciare la sua bambina? Perchè si avvale della facoltà di non rispondere e non si scalda, invece, per portare avanti la sua verità. proprio con la stessa veemenza con la quale chiede di poter esercitare i propri doveri di padre? Vittoria, per fortuna, è nelle mani dei nonni Rea. La piccola è l'unica luce che rischiara le giornate cupe e colme di dolore di questi genitori, orfani della figlia. Ed è straziante sentire la madre di Melania che afferma: "Salvatore la piccola la potrà rivedere! Io non rivedrò mai mia figlia!". Una dura e sacrosanta verità... Pomeriggio Cinque, nello spazio quotidianamente dedicato alla cronaca, c'è sempre uno spazio per le voci provenienti dall'altro lato dello schermo, per le opinioni dei comuni ascoltatori. Oggi, però, non pare essere una comune ascoltatrice quella che invia un'email a Barbara D'Urso, commentando, seppur con un italiano discutibile, ma, certamente, senza troppi giri di parole, la condotta di Parolisi in qualità di caporalmaggiore. Secondo Chicca, questo è il nickname col quale la ragazza si firma, un'ex soldatessa, a suo dire, proprio del 235° Rav Piceno, Parolisi non si comportava affatto bene con le soldatesse. A suo dire, egli le insultava ed utilizzava un'estrema malizia nel porsi nei loro confronti. Un ritratto ben lontano da quello dell'integerrimo caporalmaggiore in divisa. Parolisi aveva un lato nascosto? Questa rivelazione si somma a tanti altri dubbi riguardo a ciò che accadeva all'interno delle mura di quella Caserma che, di giorno in giorno, diventa sempre più simile, in tutto e per tutto, ad un luogo di perdizione. A difesa della professionalità di alcuni colleghi del Parolisi, giunge l'email di un collega del caporalmaggiore che afferma di averlo conosciuto e di aver condiviso con lui un'esperienza in Afghanistan. A suo parere, il militare non sarebbe assolutamente mai stato capace di compiere un omicidio così efferato ai danni della moglie. Parolisi finge di parlare, poi omette, poi depista, poi piange, poi mente ed in questa storia, nascosta tra un'arma del delitto introvabile ed un alibi imperfetto, si snoda lo scenario reale di quel 18 aprile 2011. Insomma, chi è davvero Salvatore Parolisi?