ANDRIA. Resoconto ricerca sul bullismo

2011-02-18 1

GEN 2010 - notiziario Amica9 Tv | ANDRIA. Resoconto ricerca sul bullismo ANDRIA. Sono stati presentati i risultati della ricerca Esigenze di prevenzione e profili penalistici del cosiddetto bullismo svolta dal Dipartimento per lo Studio del diritto penale, del diritto processuale penale e della filosofia del diritto dellUniversità di Bari e co-finanziata dal Comune-Assessorato alla Sicurezza. «La ricerca ha spiegato il direttore dellindagine, il prof. Giuseppe Losappio (Università di Bari) - è stata condotta nel periodo maggio 2008-maggio 2009 mediante la somministrazione di oltre 3.000 questionari articolati in più di 60 domande a tutti gli studenti di età compresa tra i 14 ed i 19 anni di nove delle dieci scuole superiori di secondo grado di Andria e cioè il Liceo scientifico Nuzzi, Itis Jannuzzi, Itc Caraf a, Ita Umberto I, Ipsia Archi - mede, Ipsssp Colasanto, Ipssct Lot - ti, Liceo sociale Bethancour t, lIsti - tuto Levi. Il Liceo classico Troja non ha voluto partecipare». Lelabo - razione dei dati raccolta (circa 20.000), interamente curata dallavv. Anto - nietta di Lernia, tutor nel Dipartimento, ha offerto elementi di conoscenza, dettagliata e approfondita, del bullismo/vandalismo tra la popolazione studentesca ed è stata analizzata distinguendo gli intervistati in tre categorie (spettatori, autori/complici, vittime) e, sulla base di queste categorie, la diffusione del fenomeno, le modalità, i luoghi, le conseguenze, le reazioni degli stessi studenti. Losappio e Di Lernia (alla presentazione hanno partecipato anche i vertici del Comune) hanno pure indicato quella che viene chiamata lanagrafe essenziale della ricerca: 3.186 questionari erogati, 3.101 questionari elaborati, 1.448 intervistati donne, 1.653 intervistati uomini. DEFINIZIONE -Lindagine, per poter definire il bullismo, è stata incentrata sulla descrizione di alcuni comportamenti: dare pugni, dare calci, strattonare, pizzicare, pungere, comunque procurare un male fisico ad un altro/a ragazzo/a; insultare, deridere, offendere, umiliare, emarginare per motivi futili dalla scolaresca, dal gruppo o dalla comitiva un altro/a ragazzo/a; sottrarre, danneggiare, anche soltanto imbrattandoli o rendendoli temporaneamente inservibili, beni privati altrui (cartella, libri, vestiti, telefonino, scooter) o beni pubblici (banchi di scuola, le aiuole di un parco). S I T UA Z I O N I -Il questionario è stato diviso in 6 parti: la prima tendente a misurare quanto sono diffusi i comportamenti, mediante tre domande dirette ad accertare se lo studente né è stato vittima, autore/complice o spettatore; la seconda parte ha acquisito informazioni riguardo alle modalità dellatto del bullo: si è trattato di episodi isolati ovvero ripetuti nel tempo; la terza parte ha permesso di conoscere le conseguenze del comportamento (gravi, non gravi, fisiche, psicofisiche); la quarta parte ha riguardato i luoghi in cui il comportamento si è verificato; la quinta parte è stata incentrata sulla reazione della vittima, degli spettatori, della famiglia, della scuola; la sesta parte, infine, ha cercato di far luce sulla valutazione che vittime, autori, complici e spettatori hanno elaborato del comportamento in esame. CONFRONTO NAZIONALE/LOCALE -I curatori dellindagine hanno posto i risultati dellindagine locale in rapporto a quelli delle indagini nazionali individuando le costanti e le variabili. È emerso che tra quelle censite in precedenza, lunica indagine confrontabile con la ricerca Esigenze di prevenzione e profili penalistici del bullismo è quella svolta dagli psicologi Mario Ancona, Adriana Corti e Carla Signori dellassociazione Adr. Le due rilevazioni hanno prodotto dati sensibilmente differenti. Linda gine nazionale rileva un numero di spettatori del 70%, un numero di autori del 17,8% e un numero di vittime del 20,3%, mentre nella ricerca locale la percentuale della prima categoria è del 91%, quella della seconda è del 48 % e la terza del 35%. Diversi anche i luoghi, che nella ricerca dellAdr vede il dominio della scuola (circa 80%), indicata solo dal 35 % degli intervistati in città. Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 

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