Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, commenta la notizia della chiusura dell'indagine Palude da parte della procura di Venezia. Tra i 34 indagati c'è l'ex assessore del Comune, Renato Boraso, lo stesso sindaco e due più stretti collaboratori, Morris Ceron e Derek Donadini. Nel mirino dei pm ci sono l'affare del terreno dei Pili e la vendita di Palazzo Papadopoli. «Leggendo gli atti già depositati, lo hanno scritto loro stessi (i pm, ndr) che non c'entrano niente tutte le questioni legate a Boraso... Non c'è la palude - dice Brugnaro, in riferimento al nome scelto dai pubblici ministeri per l'inchiesta -. Il Comuno è sano e i dirigenti sono tutti da difendere... Che la magistratura funzioni sì... è il loro dovere e devono farlo. Su questo grande rispetto. Sul procuratore... speriamo abbia preso un granchio... Non riesco a capire... Può darsi che mi sfugga qualcosa, che ci sia qualcosa che non so... Vedremo martedì (quando i legali di Bruganro riceverannno l'intero fascicolo d'indagine costruito dalla pubblica accusa, ndr)". Poi il passaggio sul propio sentimento rispetto alle accuse che gli vengono mosse. "Il dolore... Come posso spiegare? È che ti succeda una roba del genere. Sei cameriere e ti accusano di aver portato via una forchetta e sei innocente... È una cosa difficile da spiegare...».