Era il febbraio del 1980 quando negli Stati Uniti (in Italia sarà ad agosto) usciva al cinema il noir firmato da Paul Schrader con Richard Gere: American Gigolò. La pellicola diventa presto un cult. Che trasforma l’allora 31enne attore in un sex symbol di fama mondiale.
La storia, scritta e diretta da Schrader, è quella di Julian, gigolò per donne mature e abbienti. Un giorno, però, incontra per caso Michelle (Lauren Hutton), moglie di un Senatore degli Stati Uniti. Con la quale inizia una relazione. Quando una delle sue clienti viene trovata morta, Julian è accusato di omicidio. In realtà è una macchinazione per incastrarlo ordita dal politico. Michelle, che si è innamorata di lui, potrebbe salvarlo fornendogli un alibi. Ma questo vuol dire anche stravolgere la sua vita: cosa farà la donna?
American Gigolò è stato un successo grande di pubblico e critica, entrato a far parte dell’immaginario collettivo: sono ufficialmente iniziati gli Anni 80. L’edonismo la fa da padrone, come dimostrano i costumi indimenticabili di American Gigolò, tutti firmati da Giorgio Armani. Ma questo è il film in cui, per la prima volta, un attore importante di Hollywood, accetta di girare delle scene di nudo frontale.
Uno dei punti di forza di American Gigolò è la colonna sonora realizzata dai Giorgio Moroder. Dove spicca Call me dei Blondie, diventato un classico. Se vi state chiedendo che fine hanno fatto i protagonisti, beh, Richard Gere… è sempre Richard Gere! Lauren Hutton non ha più replicato quel successo al cinema, ma ha continuato a fare sia l’attrice che la modella. Héctor Elizondo ha conosciuto una grande fama anni dopo, sempre con Gere, grazie al ruolo del portiere d’albergo in Pretty Woman. Paul Schrader ha avuto altri successi al cinema. Nel 2022 ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera. Ed è tornato alla Mostra del Cinema nel 2024 con Oh Canada, dove ha ritrovato Richard Gere nei panni del protagonista.