Il primo ricordo che Celestina Goljevscek ha del confine tra Gorizia e Nova Gorica è traumatico: soldati jugoslavi con il mitra e i cani lupo. Erano gli anni '50 e la Cortina di ferro divideva due mondi, da un lato quelli dell'Occidente e dall'altro quelli socialisti. Andare a trovare sua nonna, che abitava in Jugoslavia, era ogni volta un'odissea. Suo nipote Alojz Jermann, oggi, passa dallo stesso valico più volte al giorno: vive in Slovenia, lavora in Italia. Due vita completamente diverse, vissute a ridosso della stessa frontiera.