Juliette Binoche presidente di giuria del Festival di Cannes: «40 anni dopo... Non ci avrei mai creduto»

2025-02-04 53

Un anno dopo Greta Gerwig, un'altra donna presidente di giuria. Il Festival di Cannes si conferma "femminista" almeno per quanto riguarda le giurie (discorso diverso per le registe in concorso) e nomina la reine del cinema locale "boss" della giuria che assegnerà i premi ufficiali del 78mo festival (13-24 maggio). I flash dei fotografi sui red carpet sono assicurati...
«Non vedo l'ora di condividere l'esperienza con gli altri membri della giuria e il pubblico. Nel 1985 per la prima volta percorrevo i primi passi sulla Croisette con l'entusiasmo e l'incertezza della giovane attrice. Non avrei mai immaginato di tornare 40 anni dopo nel ruolo altissimo di presidente di giuria. Ringrazio per il privilegio, la responsabilità e condivido il mio bisogno di umiltà», sono le parole ufficiali di commento della star. Per il resto, come dice l'annuncio ufficiale, Binoche è davvero un mix di risata irresistibile e impegno, artistico e di vita. Le sue campagne (anche estreme) e il suo alternare collaborazioni professionali indipendenti e main stream (l'Oscar vinto come miglior non protagonista per Il paziente inglese). 40 anni fa l'esordio, proprio a Cannes 1985, in Rendez-Vous di André Techiné. Da allora oltre 70 film, spessissimo presentati a Cannes. E tantissimi premi, ovunque. Un viaggio lunghissimo e governato dal suo istinto e coraggio. Binoche ha "calamitato" registi/autori di tutto il mondo: Michael Haneke, Abel Ferrara, David Cronenberg, Hou Hsia-Hsien, Naomi Kawase, Kore-Eda, Kiewloski e Amos Gitai. E tutti gli infiniti francesi. Solo Catherine Deneuve e Isabelle Huppert la affiancano in prestigio e talento nel saper scegliere così, senza confini e senza darsi limiti... Il festival non a caso cita Copia conforme, che nel 2010 le fece vincere il premio di Miglior attrice: regista iraniano (Kiarostami), lei francese, in Toscana, con un partner inglese... Ma delle altre 4 volte che è stata in concorso, noi non la dimenticheremo mai in Il gusto delle cose, l'ultima (per ora). Era il 2023e il regista era il vietnamita Tran Anh Hung.
Louis Malle che l'ha diretta nello scandaloso Il danno, diceva che lei con la macchina da presa faceva l'amore e aveva una storia d'amore, sottolineandone l'incredibile presenza e intensità. Tutto vero. Binoche è sensuale e istintiva, erotica e giocosa, sempre umanissima e, di persona, spesso anche divertentissima e "materna". Libera, coraggiosa, sempre pronta a mettersi alla prova. Versatile e senza paura. Cinema, teatro, tv, danza, pittura. Politica (le tante battaglie per le strade francesi e quel cartello "liberate Panahi" portato sulla montées des marches, in nome del regista iraniano incarcerato) e red carpet. Strenua difensore dell'ambiente e sostenitrice delle colleghe meno note vittime di violenze sul lavoro (il sostegno al #MeToo).
L'ultima "coincidenza" temporale/anniversario da festeggiare è che Greta Gerwig (2024) & Juliette Binoche (2025) non è la prima doppietta consecutiva con due donne presidenti di giuria, sulla Croisette. Nel 1965, 70 anni esatti fa, Olivia De Havilland (star hollywoodiana capace di ribellarsi a Hollywood e trasferirsi in Francia) fu la prima donna presidente. L'anno dopo toccò subito a Sophia Loren. Due donne di seguito, come adesso: peccato aver dovuto aspettare 70 anni per il sequel...