(LaPresse) Tra le iniziative promosse dal Comune di Milano in occasione del Giorno della Memoria c'è la posa di 26 nuove pietre d'inciampo, che saranno collocate tra il 23 gennaio e il 13 marzo, portando il totale in città a 224. Tra le pietre posate giovedì 23, particolarmente significativa è quella dedicata ad Alfredo Winter, un bambino di soli 9 anni. Il piccolo fu prelevato insieme alla madre, Meta Marie Kuh, e alla nonna, Karoline Meyer, dall'appartamento di via San Felice 12, in zona Porta Vittoria. Tutti furono deportati nel campo di sterminio nazista di Auschwitz e nessuno fece ritorno.
«La scelta di collocare le pietre d'inciampo davanti alle abitazioni ha un valore simbolico profondo, perché la casa rappresenta il legame con la vita prima dell'arresto e della deportazione. Questo gesto crea un mosaico diffuso in tutta la città , intrecciando storie uniche e irripetibili», spiega la professoressa Alessandra Minerbi, presidente del Comitato Pietre d'Inciampo di Milano. «Dobbiamo continuare a studiare e ricostruire dettagli, informazioni e verità - prosegue Minerbi - perché ogni pietra racconta un frammento del progetto sistematico di annullamento delle differenze e delle libertà . Ricordare è quindi un dovere».
Oltre alla famiglia Winter, le nuove pietre d'inciampo commemorano altre vittime milanesi: Carlo Ciocca in via Palmieri 18; Luigi Negroni e Paolo Volpi in via Palmieri 22; Adriano Pogliaghi in via Zumbini 39; Luigi Bertacchi in via Lodovico il Moro; Aldo, la piccola Elena Emilia di 3 anni e Italo Levi in via Donatello 26/A; lo studente di Brera Francesco Besso in via Sant'Antonio 1; e Renato Levi in via Fatebenefratelli 12.