Padre Lucio Boldrin, cappellano del carcere di Rebibbia, è indagato dalla procura di Roma per presunto favoreggiamento. Secondo le prime ricostruzioni, il sacerdote avrebbe facilitato comunicazioni illecite tra detenuti e l’esterno, in particolare tra i reclusi in attesa di giudizio.
La polizia penitenziaria ha perquisito il suo studio e la sua abitazione, sequestrando appunti e materiale ritenuto rilevante. Tra gli elementi raccolti, un testo manoscritto è al vaglio degli inquirenti. Padre Boldrin, temporaneamente sospeso dal suo incarico, ha nominato un avvocato di fiducia e respinge le accuse, dichiarandosi estraneo ai fatti.
Le indagini si inseriscono in un quadro più ampio che coinvolge Rebibbia, già teatro di episodi legati al traffico di droga, telefoni cellulari e altri oggetti introdotti clandestinamente. La procura ha già avviato procedimenti simili, che in passato hanno portato a decine di arresti e condanne.