«Chi ha ucciso mio figlio deve pagare». Alla ripresa del dibattimento del processo per la morte di Mattia Battistetti, l'operaio di 23 anni morto sotto 15 quintali di materiale edile staccatosi da un gru il 29 aprile del 2021 in un cantiere edile di Montebelluna, c'è stato lo sfogo commosso di Monica, la mamma della vittima. «Solo recentemente - ha detto - ho visto le foto del mio Mattia steso a terra, morto, coperto da un lenzuolo. Immaginate cosa può avere provato una mamma nel vedere il proprio figlio così. Non potrò mai perdonare i responsabili: Mattia è morto per negligenza, non è rimasto coinvolto in un incidente stradale e neppure è deceduto perché gli è venuta una malattia. L'hanno ucciso e io vorrei che venga fatta giustizia nel più breve tempo possibile. Spero che questo sia l'anno in cui verrà pronunciata la sentenza, per tutti noi è una vera tortura entrare qui dentro (in tribunale, n.d.r). Oggi c'è tanta gente, persino una delegazione di operai della Lamorghini per sostenerci. È una cosa che ci da una grande forza». Accusati a vario titolo di omicidio colposo, lesioni personali colpose e inosservanza delle regole sulla sicurezza Andrea Gasparetto, 43 anni di Istrana, legale rappresentante della Altedil di Trevignano, l'azienda per cui lavorava Mattia, Bruno Salvadori, 56 anni di Mogliano legale rappresentate della Essebi, la ditta ha effettuato il montaggio della gru, Loris Durante, 43 anni di Volpago, l'uomo che operava sul ponteggio mobile, Gabriele Sernagiotto, 60 anni di Montebelluna, coordinatore della sicurezza del cantiere in fase esecutiva, Gian Antonio Bordignon, 55enne di Volpago del Montello, che era il titolare del cantiere e responsabile dei lavori e Marco Rossi, 40 anni di Montebelluna, un dipendente della Bordignon, delegato per la sicurezza e responsabile del servizio prevenzione e protezione. (Video Jurgen Panajotti, testo Denis Barea)