Luca Marinelli-Mussolini in tv e l'incontro da ex studente del Tacito con i liceali romani: «Il Duce non è più seduttivo»

2025-01-09 18,414

«Interpretare Mussolini, che rappresenta il fascismo, da antifascista, è stato estremamente doloroso»: Luca Marinelli racconta così «M – Il figlio del secolo», la nuova serie sull’ascesa al potere del Duce, dalla fondazione dei Fasci di combattimento nel 1919 fino all’inizio della dittatura. Tratta dall'omonimo romanzo di Antonio Scurati (Bompiani) per la regia di Joe Wright, alla sceneggiatura Stefano Bises e Davide Serino, arriva su Sky e Now dal 10 gennaio. Marinelli, classe 1984, interpreta un Mussolini intenso, brutale e inquietante, accompagnato dal ritmo incalzante delle musiche di Tom Rowlands dei Chemical Brothers.«Quando entri in un personaggio, bisogna sospendere il giudizio, ed è un processo umanamente molto difficile – continua –. Fortunatamente, l’aspetto artistico mi ha aiutato a superare queste difficoltà.Ho attraversato le nubi oscure con l’aiuto del mio regista e di tutte le persone che hanno contribuito al film». Insieme a Joe Wright (L’ora più buia, Espiazione), l’attore – diplomato al liceo classico Cornelio Tacito – ha anche incontrato gli studenti delle scuole superiori del Lazio per un'anteprima speciale. «È stata un’esperienza bellissima. Li ho trovati molto presenti, attenti e attivi nella visione, che è sicuramente complessa. Erano partecipi, cogliendo i parallelismi con il presente. Non temo il rischio che Mussolini possa sedurre o che qualcuno si identifichi con lui». Da romano che dal 2011 ha scelto di vivere a Berlino, lo sguardo su Roma resta ancora quello di un innamorato: «Ah, Mamma Roma… Non so come spiegarlo. A volte sento il bisogno di prendermi una pausa da lei, ma poi, appena ci penso e torno, sono felice. Mi colpiscono persino i dettagli, come le piante: il semplice vedere le foglie risveglia in me ricordi legati alla città. Roma mi possiede completamente». Riguardo al Giubileo e alla gestione della città, però, conclude: «Preferisco non commentare. Ci occupiamo di Roma in modo superficiale e per breve tempo, per poi dimenticarcene di nuovo. Ed è questo che mi rattrista».