Sarà un fine anno col botto per l'ateneo. In gioco alcune decisioni importanti. La prima riguarda la scelta del nuovo direttore generale.
La commissione formata dai professori D'Andrea, Rupo e Donato ha completato il lavoro di scrematura sui 25 curricula presentati per la corsa alla poltrona di direttore generale. A scegliere sarà la rettrice Giovanna Spatari che porterà il nome del prescelto o una cinquina di nomi su cui scegliere nella seduta del 30 dicembre del consiglio di amministrazione già convocata ad hoc. Con all'ordine del giorno solo questo punto.
Così come avvenuto con le altre figure individuate tramite bando, quello della commissione, si è trasformato in un lavoro di vera e propria scrematura. Occorreva completare la procedura prima del 31 dicembre quando scadrà il contratto del direttore uscente Bonanno che sta chiudendo il suo mandato con un lungo periodo di ferie. E Così è stato
Sono diversi i nomi noti in corsa per la carica di direttore generale dell'Università. Dall'ex direttore generale dell'Università di Messina, Franco De Domenico che a Messina ha fatto ben due mandati all'ex direttrice delle Università Bicocca e Brescia Loredana Luzzi,
all'ex direttore generale dell'Agenzia giovani Giacomo D'Arrigo a Pietro Nuccio attuale direttore dei servizi didattici dell'Università, a Domenico Zaccone ex dirigente del settore servizi sociali del Comune.
Il nuovo direttore avrà subito sul tavolo un faldone scottante. Si attende da un giorno all'altro la fissazione dell'udienza da parte della giustizia tributaria sulla richiesta di sospensiva avanzata ai giudici dall'ateneo per i 17 milioni e mezzo di euro reclamati dal Comune. Si tratta secondo le richieste del comune di Imu non pagata, di omessa dichiarazione e di interessi. L'ateneo ritiene invece di avere adempiuto, per tutti gli anni oggetto di contestazione, al versamento e agli obblighi dovuti. L’Università ha presentato i propri ricorsi tramite l'Avvocatura distrettuale dello Stato considerando illegittime le contestazioni.
Ma sono stati proprio i 17 milioni a determinare nella seduta del senato accademico questa mattina il rinvio dell'approvazione del bilancio previsionale 2025 a cui è legata la programmazione dell'ateneo. I revisori hanno posto alcune perplessità chiedendo in parte una rimodulazione del bilancio previsionale che tenga conto di quel contenzioso che potrebbe vedere anche, nello scenario peggiore, l'Università soccombente. Nuovo tentativo il 30 dicembre.