Difesa del suolo, Cic: "Carbon Farming" anche nelle grandi città

2024-12-09 10

Milano, 9 dic. (askanews) - Il Carbon Farming, vale a dire il "sequestro di carbonio" da parte del suolo e delle piante, è una pratica fondamentale per abbattere i livelli di gas climalteranti e, perciò, diventa un'arma decisiva nella lotta contro i cambiamenti climatici. Per i massimi esperti di sostenibilità ed economia circolare, riuniti nel cuore di Milano per il convegno "Dalla terra alla Terra", promosso dal Consorzio Italiano Compostatori (Cic) in collaborazione con Re Soil Foundation e Cluster Spring in occasione della Giornata Mondiale del Suolo, non ci sono dubbi: "Dobbiamo fare in modo che il contenuto di carbonio che ha normalmente il suolo venga conservato, anzi bisogna fare in modo che se ne aggiunta altro - spiega ad askanews Lella Miccolis, presidente del Consorzio Italiano Compostatori -. Ci sono tante pratiche agricole come per esempio quella che noi sponsorizziamo tanto come Consorzio Italiano Compostatori è quello di distribuire compost al suolo per poter ovviamente far crescere le piante ma per poter anche sequestrare carbonio al suolo invece di immetterlo nell'atmosfera sotto forma di anidride carbonica".La sfida lanciata dai Compostatori italiani è allargare il principio del "sequestro di carbonio" anche alle grandi città, per un nuovo modello di "Urban Carbon Farming" in grado di rivitalizzare il suolo di parchi e giardini e spazi urbani a verde attraverso l'utilizzo di compost prodotto proprio dai rifiuti organici dei cittadini. "Noi dobbiamo sequestrare carbonio nei suoi agricoli. E questo un po' si fa, ma si deve fare sempre di più. Ma noi abbiamo una possibilità anche di sequestrarlo, per evitare di immetterlo in atmosfera sottoforma di anidride carbonica, anche a livello di aree verdi urbane - sottolinea la presidente del Cic - .Nelle grandi città ci sono degli spazi immesi fortunatamente, dedicati già o da dedicare ovviamente alla nascita di verde".Una sfida che si può vincere soltanto attraverso il coinvolgimento di amministrazioni locali, cittadini ed esperti ambientali, a partire da agronomi e agricoltori. "E' fondamentale connettere ricerca e innovazione con il mondo agricolo - ci racconta Margherita Caggiano, direttore Re Soil Foundation - e lo si può fare attraverso due concetti che la mission europea per il suolo sta spingendo moltissimo che sono il concetto di 'living lab' e 'Lighthouse Farm', ovvero laboratori viventi e aziende faro che siano in grado di guidare la transizione verso suoli sani".In Italia la difesa del suolo è materia di competenza regionale e perciò l'adozione di una legge nazionale, con norme norme chiare, trasparenti e uniformi, può davvero rappresentare una svolta. "E' importante il ruolo della politica perchè la politica crea le regole del gioco - puntualizza Mario Bonaccorso, direttore del Cluster Italiano della Bioeconomia Circolare Spring -. Alcune riforme, tra l'altro, non richiedono neanche spese a carico dello Stato, ma sono riforme a costo zero. Serve semplicemente avere un'idea di quello che bisogna fare. Noi siamo convinti che la bioeconomia circolare sia una leva di sviluppo per il Paese e che l'Italia possa davvero essere leader in questa transizione che ha la bioeconomia come pilastro".