Trenta anni fa moriva Domenico Modugno, la prima star italiana del dopoguerra. E Rai 1 ha deciso di ricordarlo mandando in onda mercoledì 27 novembre alle 21.30 (ma è anche su RaiPlay) il documentario Domenico Modugno. L’italiano che incantò il mondo.
Scritto, diretto e voluto da Maite Carpio, il doc vuole raccontare l'uomo oltre la musica. Non solo "quello di Volare". Ma anche il musicista sopraffino, l'attore teatrale, il padre. Il cantante che torna in gara a Sanremo nel 1961, dopo il trionfo di Nel blu dipinto di blu, con una canzone che farà storcere il naso a molti. Perché dal palco urla a pieni polmoni «Libero voglio vivere, come rondine che non vuol tornar al nido», come vi mostriamo in questa clip esclusiva. Forse un testo troppo avanti per quegli anni, ma in piena sintonia con il suo pensiero. E i suoi comportamenti da donnaiolo incallito.
La trama di "Domenico Modugno. L’italiano che incantò il mondo"
Il 6 agosto 1994 finiva la vita avventurosa di un ragazzo intraprendente che dal Sud scappò al Nord in cerca di fortuna e arrivò più lontano di quanto avesse mai immaginato.Voleva fare l’attore e invece... Domenico Modugno ha rivoluzionato la canzone italiana. Era il 1958 quando una canzone, scritta da un paroliere alle prime armi in collaborazione con un giovane artista in ascesa, trionfò al Festival di Sanremo. I due erano Franco Migliacci e Domenico Modugno e la canzone era Nel blu dipinto di blu.
Inconsapevolmente, quel brano portò la musica italiana oltre il vincolo del belcanto e Domenico si trovò catapultato nello stardom americano. Vendendo oltre 22 milioni di copie nel mondo e vincendo due Grammy. Modugno e la sua Volare esprimevano una nuova promessa di benessere e felicità. E con questa canzone iniziò a cambiare la percezione dell’Italia nel mondo. A lui dobbiamo la nascita della canzone d’autore, ma il mondo del cantautorato, da lui fondato, è stato, forse, poco generoso. La sua carriera, come la sua vita, furono un susseguirsi di sfide, cadute e rinascite. Soprattutto nel ventennio tra gli Anni 60 e 70, quando il mondo fu travolto da grandi cambiamenti culturali e sociali. Così comei gusti del pubblico.
Nel documentario si racconta l’artista ma anche l’uomo. Un uomo che non si fermò mai e continuò a scrivere, comporre e cantare anche dopo l’ictus e la malattia nel 1984. Indimenticabile anche il suo impegno politico con il partito radicale a favore dei diritti dei disabili e per l’ambiente. Domenico Modugno. L’italiano che incantò il mondo, per la prima volta racconta tutta la sua vita e la continua lotta per non essere solo Mister Volare.
Domenico Modugno: non solo Mister Volare
Ed è proprio questo il motivo per cui Maite Carpio ha voluto realizzare questo documentario. Che dà la parola a Mimmo. Ma anche ad amici e collaboratori - oltre al figlio - per raccontare quella parte meno conosciuta del mito. «Sarebbe stato ingiusto limitarsi a parlare dei suoi intramontabili successi, perché la sua vita è stata unsusseguirsi di cadute da cui ha sempre lottato per rialzarsi e il suo valore è stato anche nell’impronta politicae sociale verso i più fragili», spiega, infatti, la regista.
«Sono convinta che il valore artistico non sia scisso da quello privato e in questo omaggio, ho cercato di fare un’operazione di recupero della memoria culturale italiana. Per questo ho fatto anche un lavoro di ricerca su un vasto numero di archivi, con l’idea di ricostruire la sua vita facendo parlare soprattutto lui». Tra i tanti materiali montati nel film ce ne sono alcuni pressoché inediti. Come il provino di ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia all’inizio degli Anni 50. Così come un raro video del concerto del 1989 che Modugno tenne ad Agrigento per i malati psichiatrici, conservato nell’archivio di TeleAcras, storica emittente locale.
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