A Otto e Mezzo su La7, un tema cruciale come il patriarcato ha scatenato un acceso scontro tra Lilli Gruber e Marco Travaglio, che si sono confrontati con toni affilati. Così, un dibattito sul linguaggio si è trasformato in un vero e proprio duello dialettico. Sullo sfondo, le controverse dichiarazioni del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che hanno riacceso il dibattito pubblico sul tema della violenza di genere.
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Il botta e risposta tra Lilli Gruber e Marco Travaglio su La7
La discussione in studio è partita con una provocazione di Lilli Gruber: «Sei nella stessa lista di Italo Bocchino e Massimo Caccari», ha affermato, alludendo a un presunto atteggiamento minimizzante di Travaglio nei confronti del patriarcato.
Il confronto si è acceso ulteriormente quando il il direttore del Fatto Quotidiano ha cercato di distinguere tra paternalismo, patriarcato e maschilismo, definendo il primo come un atteggiamento protettivo che non va confuso con un sistema oppressivo. La conduttrice di Otto e mezzo ha replicato con fermezza: «La differenza è evidente».
La risposta di Gruber
A quel punto, Marco Travaglio, visibilmente infastidito, ha risposto con sarcasmo: «Saremo pur liberi di dire la nostra... mi sembra di aver sentito parlare di liste». La tensione è culminata con una battuta secca della Gruber: «Sei permaloso», chiudendo il dibattito senza concedere ulteriori approfondimenti.
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Le parole di Valditara sul caso Cecchettin alla Camera
Lo scontro televisivo aveva trovato origine nelle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara durante la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin alla Camera. Il ministro aveva infatti affermato: «Il patriarcato è morto 200 anni fa... piuttosto ci sono residui di maschilismo». Aveva poi attribuito l’aumento della violenza di genere anche a fenomeni legati all’immigrazione illegale, sollevando polemiche da parte di molti esponenti politici e della società civile.
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Tra le reazioni più significative, quella di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, che ha risposto via social: «Giulia è stata uccisa da un ragazzo italiano, bianco e perbene. Cosa fa il governo?». Se non altro, le dichiarazioni del titolare del dicastero dell'Istruzione hanno riportato il tema della violenza al centro del dibattito, spingendo molti a interrogarsi su come superare le semplificazioni retoriche.