Sono due gli indagati da parte dei carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, dopo una lunga serie di indagini nel mercato clandestino dell’archeologia, facendo ricorso a droni, intercettazioni telefoniche e analisi di dati su web. Nell’area tra Chiusi e Città della Pieve è stato scoperto uno scavo clandestino. I proprietari del terreno, in difficoltà economiche, contavano di rivendere ciò che avevano trovato per puro caso durante l’aratura, senza dichiarare nulla, ovvero tesori in un ipogeo etrusco: quattro urne funerarie e due grandi sarcofagi con un corredo funerario di specchi e persino un unguentario che, a detta degli investigatori, ancora emana il suo profumo. Sono tutte sepolture risalenti al 240-220 avanti Cristo circa, età Ellenistica, riconducibili alla gens Pulfna, famiglia già apparsa in un altro ritrovamento del 2015, molto vicino a quello dei nostri giorni. Il valore ipotetico e virtuale dei reperti, immaginando la loro vendita, è di 8 milioni di euro. Ora i due rischiano una condanna penale per furto di beni culturali.