Dalla gelosia al femminicidio... Al nono film come regista (oltre che come co-protagonista), Edoardo Leo rilegge l'Otello di William Shakespeare (1604), in chiave gangster-movie contemporaneo. Quasi un neo Gomorra e un neo Suburra (dalla lingua del Bardo al romanesco e napoletano), in cui tutto è iper-realistico, quasi documentarista e i personaggi recitano in dialettoi dialoghi letterari. Se le parole sono le stesso, però, il significato è iper-contemporaneo e rovesciato. Il film nei cinema porta la storia dell'Otello di Shakespeare - fatta di violenza, sopraffazioni, tradimenti, razzismo, maschilismo, femminicidio - nel mondo criminale romano dei primi anni 2000. «La scintilla è stata un articolo di cronaca che all'epoca non stava come oggi sulle prime pagine dei giornali, ma molto in fondo: parlava di uno che aveva ucciso la moglie e si era suicidato. E ho pensato: questa è la sinossi, brevissima, dell'Otello». Il regista-attore, che nel film interpreta Iago, ha letto tutte le traduzioni in italiano dell'opera shakespeariana, poi ha iniziato un lunghissimo lavoro per tradurre il testo in dialetto romano contemporaneo, lingua che si adatta perfettamente al contesto e ai temi trattati. Perché Otello è la tragedia del male assoluto, non solo della gelosia...