Yara, il trailer della docuserie con Bossetti: «Non vedevo l'ora di

2024-07-16 24,978

Attesa finita. Da oggi 16 luglio su Netflix c'è la docuserie sul caso di Yara Gambirasio, la tredicenne  di Brembate uccisa nel 2010. Un caso che ha sconvolto l’opinione pubblica e cambiato per sempre un intero paese. «Il Caso Yara. Oltre ogni ragionevole dubbio» è il titolo della docuserie firmata da Gianluca Neri (produzione Quarantadue),  su cinque puntate. Per la morte di Yara è stato condannato in via definitiva, Massimo Bossetti il carpentiere di Mapello (Bergamo) nato nel 1970 e arrestato il 16 giugno del 2014. Non ha mai confessato nulla, si è sempre opposto a ogni ricostruzione accusatoria.Sarà ovviamente il  protagonista della docuserie, intervistato per la prima volta in carcere, ribadirà quello che ha sempre detto, che è innocente. Bossetti apparirà nella seconda puntata appare solo nel secondo episodio, chiudendo la puntata con le parole: “È difficile parlare”. Ed esordendo nel terzo episodio così: “È più facile puntare il dito contro una persona, condannarla, che ammettere di aver fatto un grosso sbaglio”. Nella docuserie l’uomo continua a professarsi innocente: “Mi sono sempre chiesto il perché sono finito in questo caso e melo chiedo tuttora”.Bossetti appare solo nel secondo episodio, chiudendo la puntata con le parole: “È difficile parlare”. Ed esordendo nel terzo episodio così: “È più facile puntare il dito contro una persona, condannarla, che ammettere di aver fatto un grosso sbaglio”. Nella docuserie l’uomo continua a professarsi innocente: “Mi sono sempre chiesto il perché sono finito in questo caso e melo chiedo tuttora”.L'Italia è da sempre divisa tra innocentisti e colpevolisti su questo caso.La serie proporrà immagini mai viste, e analizzerà circostanze inedite e ancora irrisolte legate all’omicidio di Yara Gambirasio.