(LaPresse) I lavori di ristrutturazione dell'immobile di Via Taranto 57 costano troppo e la «Locanda dei Girasoli» non riaprirà. Finisce così, con la riconsegna delle chiavi dell'immobile all'Ater di Roma Capitale, l'esperienza del ristorante che dava lavoro a ragazzi e ragazze con la sindrome di Down alle porte di Roma. Il piano era quello di trasferirsi nel Tuscolano, a pochi passi da Piazza Re di Roma ma l'immobile, sequestrato a Forza Nuova e dato all'associazione dalla Regione, non è nelle condizioni per diventare un ristorante dove lavorano e consumano persone con disabilità.
Lo spiega Stefania Scarduzzio presidente dell'associazione della locanda: «Due anni fa ci chiamò sotto campagna elettorale Zingaretti che ci disse che aveva un locale per noi. Questo di Via Taranto 57. Era stato sequestrato a Forza Nuova e spingevano molto per questo locale. Non solo è fatiscente e vanno fatti lavori di ristrutturazione enormi ma anche lavori di idraulica, non ci sono bagni a norma, l'impianto elettrico e di canna fumaria. Valore dei lavori da 400mila euro a un milione e mezzo. Ci hanno promesso che avrebbero trovato i fondi, così non è stato e nel frattempo è cambiata la giunta. Oggi riconsegniamo ad Ater le chiavi».
Non nascondono l'amarezza i genitori dei ragazzi che lavoravano nella locanda. «Per noi è stata una grande delusione. Siamo rimasti senza parole. Nostro figlio era riuscito a diventare caposala nel locale dove c'era la Locanda dei Girasoli. Ci teneva», dicono i genitori di Simone Ippoliti.
Sul posto, al momento della consegna delle chiavi anche l'assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative Tobia Zevi: «Per evitare che questa storia sia ciclicamente una storia di speranza e poi di delusione dobbiamo trovare un altro locale. Un impegno, la ricerca di un locale, che come assessore posso provare a prendere». «Dai dieci ragazzi con cui siamo partiti oggi siamo 19. Siamo in crescendo. Ho genitori che mi chiamano per fare questa esperienza ma anche per inserire questi ragazzi in un posto di lavoro» è l'appello della presidente Scarduzzio.