Roma, Matteo Paolillo alla Galleria Nazionale: «Riusciremo a restare umani di fronte alla deriva tecnologica?»

2024-04-19 7,462

«Mi interrogo sulla tecnologia. Il cellulare è ormai un prolungamento del nostro corpo. E altri strumenti arriveranno: riusciremo a conservare il nostro essere umani, le nostre emozioni, i sentimenti?». Matteo Paolillo, classe 1995, star di «Mare Fuori» (nei panni di Edoardo Conte) e musicista (ha composto e canta la sigla e colonna sonora della serie tv prodotta da RaiPlay) ha debuttato nel ruolo di scrittore con il romanzo «2045» edito da Solferino, e presentato alla Galleria Nazionale, davanti ad un parterre di fan in adorazione che lo attendono pazienti da ore. Nelle 350 pagine del libro, la vicenda di Babylonia e Zyon, giovani dell’anno 2045, e la battaglia dei ribelli contro la tecnologia che ha reso le vite più facili ma anche «inesorabilmente» digitali. Matteo, come ti spieghi il successo di «Mare Fuori», ormai anche un fenomeno mediatico e di costume? «Ci sono tanti fattori: ha funzionato il fatto che tra noi si è creato un legame molto forte e questa cosa si è vista sullo schermo e poi abbiamo costruito storie vere. I fan si sono rivisti nelle dinamiche adolescenziali: si parla dei ragazzi e delle loro relazioni, e delle relazioni con il mondo adulto e con i genitori. Tutto questo ha funzionato». Nel libro i personaggi lottano contro la pretesa della tecnologia di renderci immortali. Attore, musicista, ora anche scrittore: Matteo, come ti vedi nel 2045?«Spero di continuare a fare musica, di recitare e creare nuovi personaggi, e magari di scrivere ancora». Come vivi tutta questa popolarità? «E’ bellissimo per un artista sapere che qualcuno che ti ascolta». (Testo di Roberta Petronio)

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