Roma, 4 apr. (askanews) - Oltre 200 ematologi da tutta Italia si sono riuniti a Roma per fare il punto sulle sfide del futuro nel campo dell'ematologia, all'evento "BeCLose4 Hematology PANorHEMA, capturing new horizons", organizzato da AbbVie. Gli esperti hanno discusso delle più recenti innovazioni con particolare attenzione alla leucemia linfatica cronica, la leucemia mieloide acuta, il linfoma diffuso a grandi cellule B, il mieloma multiplo, la mielofibrosi, il linfoma mantellare, il linfoma follicolare, e le sindromi mielodisplastiche. AbbVie rafforza il suo impegno nella ricerca per rispondere al bisogno di cura di 8 neoplasie ematologiche: "L'impegno di AbbVie in ematologia - sottolinea Annalisa Iezzi, Direttore Medico AbbVie Italia - assume sicuramente il senso di priorità per l'intera azienda. È un impegno che definirei identitario. La prima pubblicazione è apparsa su venetoclax, esattamente il primo giorno di costituzione dell'azienda. E questo ci spiega anche l'entusiasmo che abbiamo oggi insieme a duecento ematologi, per discutere di 'PANorHEMA, un gioco di parole sulla esplorazione di quello che è il panorama dell'ematologia. Ad oggi siamo in grado di portare soluzioni terapeutiche in otto indicazioni per i pazienti affetti da malattie ematologiche in Italia. L'anno scorso erano quattro: una velocità di rapidità e di accrescimento della scienza davvero incredibile. Numerosi i temi affrontati oggi - prosegue Iezzi - prima di tutto ci siamo posti l'idea di avere una visione di insieme. Abbiamo discusso la pipeline, presentato la nostra pipeline molto ricca e che vede in Italia uno sviluppo clinico importantissimo. Poi abbiamo esplorato la componente della valorizzazione del tempo, ovvero quanto il tempo sia un elemento prezioso per i nostri pazienti e il tempo che passiamo anche insieme a discutere di scienza è un elemento fondamentale. Tutto questo ci porta a creare insieme una visione di quale è la soluzione migliore e per fare questo abbiamo bisogno di apertura. Abbiamo qui utilizzato la metafora dell'apertura dell'obiettivo di una lente fotografica. Ma l'apertura rappresenta un po' tutto. L'apertura che abbiamo di porci a disposizione dei pazienti con soluzioni innovative". In particolare, per la cura della Leucemia Linfatica Cronica l'epoca della chemio-immunoterapia è pressoché finita grazie all'arrivo delle nuove terapie target, superiori in termini di efficacia, minore tossicità e tollerabilità. "Il panorama terapeutico nella leucemia linfatica cronica - sottolinea Alessandra Tedeschi, Ematologa Ospedale Niguarda Milano - è estremamente cambiato negli ultimi anni e soprattutto è andato in una continua evoluzione; dopo l'immuno-chemioterapia siamo passati alle terapie target. Inizialmente inibitori del BTK che hanno rappresentato un grosso cambiamento anche per la prognosi dei nostri pazienti, ma sono delle terapie che vengono date in maniera continuativa fino a progressioni di malattia o tossicità inaccettabili. Avevamo necessità di una terapia a durata limitata nel tempo per molti motivi, sia per dare dei periodi di trattamento libero al paziente - anche da un punto di vista psicologico, fondamentale - sia per diminuire i costi, perché in queste patologie i costi sono importanti perché si tratta di patologie molto frequenti". "Per cui sono entrate in uso terapie a durata fissa a base di venetoclax in combinazione con gli anticorpi monoclonali. Queste ci permettono di dare una risposta profonda e da qui possibili interruzioni di terapia per dare al paziente un periodo libero da trattamento. Abbiamo di nuovo cambiato in qualche maniera il panorama. Le combinazioni con venetoclax ci permettono di dare queste risposte profonde con gli inibitori del BTK che rappresentano una ulteriore ottimizzazione del trattamento soprattutto per i pazienti più giovani con meno comorbidità", ha concluso Tedeschi.