Mosca, 23 mar. (askanews) - Moscoviti divisi fra terrore e rabbia all'indomani della strage in una grande sala da concerti vicino Mosca, rivendicata dall'ISIS ma per la quale il regime russo punta il dito contro l'Ucraina. Mentre fanno la fila per donare sangue, alcuni di loro rivelano stati d'animo contrastanti. "E' terrificante perché significa che i nostri servizi segreti non stanno facendo il loro lavoro come dovrebbero", osserva Aleksei, lavoratore della logistica. Per Olga, impiegata statale, il sentimento più immediato è la paura: "Ho paura, tanta paura. Adesso è impossibile sapere dove e cosa potrebbe succedere". Un'altra impiegata pubblica, Lyubov, coglie invece l'occasione per lodare il capo dello Stato Vladimir Putin: "E' preoccupante, ma l'elezione è finita e il nostro presidente è ancora con noi. Significa che la nostra stabilità è garantita e risolveremo tutti i nostri problemi".