Roma, 4 mar. (askanews) - Tanti amici, colleghi del mondo dello spettacolo, familiari, dalla moglie Lina ai figli, Ermanno e Valentina, ai nipoti. Roma ha dato l'ultimo saluto a Paolo Taviani, maestro del cinema, scomparso a 92 anni il 29 febbraio, in una sala della Protomoteca in Campidoglio gremita e commossa.Una cerimonia laica con in sottofondo la colonna sonora del suo ultimo film, "Leonora Addio", aperta dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri che ha ricordato di essersi formato con i film dei fratelli Taviani e ha sottolineato come Roma gli abbia voluto dedicare questo momento di ricordo pubblico in quanto città che Paolo, con il fratello Vittorio, scomparso nel 2018, scelse, partendo dalla Toscana, per realizzare il sogno del cinema.Nella sala, proiettate le foto di una vita sul set, dei festival, dei momenti più intimi. Tanti attori e registi intervenuti alla cerimonia, da Nanni Moretti a Laura Morante, da Pupi Avati a Roberto Andrò, da Marco Bellocchio a Mario Martone, da Lello Arena a Jasmine Trinca e Paolo Virzì.Pupi Avati: "La cosa più bella è stata detta dal figlio Ermanno che ha concluso dicendo che il sogno che l'avrebbe tenuto ancora in vita era poter dire ancora 'Motore, azione'; nelle lunghe telefonate che ci siamo fatti negli ultimi anni il tema era ancora quello: cercare di tornare a fare un altro film, di tornare a lavorare, di fare l'ultimo film".Tra i tanti presenti anche il sindaco di San Miniato, loro città di origine, Simone Giglioli e il presidente della Toscana Eugenio Giani; e ancora, i collaboratori di una vita: dallo storico montatore Roberto Perpignani alla produttrice Donatella Palermo. Tutti hanno raccontato il desiderio di Paolo Taviani di dirigere l'ultimo film, "Il canto delle meduse" e il dispiacere di non poterlo iniziare a causa della salute.Claudio Bigagli ha detto di essere nato come attore con i fratelli Taviani: "È l'immagine della mia giovinezza, che si conclude un po' con Paolo che non c'è più, ho avuto la fortuna di fare vari capolavori con loro in una vita e con Paolo che se ne è andato finisce un ciclo".