Cina, aperte le "Due Sessioni", prima volta di Li Qiang da primo ministro

2024-03-04 11,516

Pechino, 4 mar. (askanews) - Sono iniziate in Cina le "Due Sessioni", tradizionali riunioni annuali del Congresso nazionale del popolo (NPC) e della Conferenza politica consultiva nazionale del popolo cinese (CCPPC). Diversi gli argomenti d'interesse, alla luce della difficoltà per la Cina di uscire dalle secche economiche, iniziate nel 2020 con la pandemia di Covid 19.Momento fondamentale: la relazione del primo ministro Li Qiang, la prima da capo dell'esecutivo cinese, di fronte ai circa 3mila delegati del Congresso.Dal primo ministro ci si attendono parole chiare su un piano per indirizzare la situazione economica del Paese. Non ci sarà, invece, latradizionale conferenza stampa a conclusione dei lavori, una delle rare occasioni nelle quali i giornalisti internazionali possono interpellare i vertici dello stato cinese.Un importante tema è la convivenza tra la sicurezza nazionale e le possibilità d'investimento in Cina per le imprese straniere, soprattutto dopo le nuove norme contro lo spionaggio che rendono ulteriormente complessa l'attività delle aziende estere.Per quanto riguarda le relazioni con l'Occidente, invece, argomenti all'ordine del giorno sono i conflitti in Ucraina e quelli in Medio Oriente e nel Mar Rosso; rispetto ai rapporti con gli Stati Uniti in particolare, la Cina ha fatto sapere che, a prescindere da chi sarà il nuovo presidente, la speranza è migliorare le relazioni con Washington."Non è importante chi diventerà presidente - ha detto, in una conferenza stampa, il portavoce dell'Assemblea nazionale del popolo, Lou Qinjian - noi speriamo che gli Stati Uniti potranno lavorare nella stessa direzione della Cina per una stabile, salutare e sostenibile relazione tra i nostri Paesi".Sul fronte europeo, sul tavolo le possibili ritorsioni contro l'Ue, in risposta alle crescenti restrizioni al commercio con Pechino nell'ambito della sua politica di "riduzione del rischio Cina"; l'Unione Europea si propone, in sostanza, di ridurre la sua dipendenza dalla Cina, per quanto riguarda alcune forniture di materie prime, fra cui le "terre rare", come reazione alle ambiguità di Pechino, soprattutto in merito alla guerra in Ucraina, ma non solo.