Milano, 1 mar. (askanews) - Un mondo dove è possibile esprimere liberamente la propria opinione, impedendo che le discriminazioni ostacolino il raggiungimento di ambizioni, obiettivi e sogni. Oggi si celebra lo Zero Discrimination Day, la giornata internazionale promossa dalle Nazioni Unite che, da dieci anni, promuove l'uguaglianza. Ventiquattro ore di consapevolezza e di attività trasversali, in tutto il mondo, per accendere l'attenzione su un tema spesso sottovalutato, ma che la maggioranza di noi ha sperimentato nella propria vita. L'Italia, in particolare, ha ancora un percorso lungo davanti a sé in materia di diritti civili e discriminazione, come evidenziato dal Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (CERD), che da ultimo rapporto del 2023 ha richiamato l'Italia per una serie di criticità, sottolineando la necessità di prendere provvedimenti in merito.In questo contesto, ogni iniziativa pubblica o privata volta alla prevenzione delle forme di discriminazione nel nostro paese assume grande importanza; e per eliminare le discriminazioni il primo passo è proprio una diffusa consapevolezza sul tema. Come quanto ha scelto di fare Nespresso, azienda leader nel mercato del caffè porzionato, che da tempo in Italia ha intrapreso un percorso virtuoso specifico, con l'obiettivo di fornire ai propri dipendenti gli strumenti per riconoscere e abbattere qualsiasi tipo di discriminazione in ogni contesto: privato, lavorativo e sociale. Simona Liguoro, Direttrice HR Nespresso Italiana, ha dichiarato: "Davanti alle discriminazioni, spesso le persone non sanno come reagire. Alcuni preferiscono il silenzio, altri agiscono in maniera istintiva."Da una ricerca interna realizzata da Nespresso è emerso infatti che il 46% di coloro che nella loro vita hanno subito o hanno assistito a un atto discriminatorio hanno dichiarato di non sapere cosa fare, mentre il 40% di non riuscire a gestire le proprie emozioni. "Ciò che accomuna tutti è il senso di disagio che si prova in queste situazioni", continua Liguoro. "Bisogna capire e dare un nome a questo disagio: si tratta di discriminazione. Il nostro primo obiettivo è stato proprio quello di creare all'interno della nostra azienda una consapevolezza sul nome da dare alle discriminazioni. Oggi, dopo un lavoro lungo tre anni, l'84% delle nostre persone è in grado di riconoscere questo tipo di eventi. È importante imparare a gestire questi episodi: la nostra iniziativa va proprio in questa direzione, attraverso lavori di gruppo finalizzati ad allenarsi a riconoscere e a gestire casi concreti di discriminazione". Dopo la consapevolezza, è importante fornire gli strumenti per affrontare le discriminazioni: per questo l'azienda ha previsto anche una serie di workshop, sviluppati in partnership con Valentina Dolciotti, formatrice e consulente per le tematiche di Diversità & Inclusione nonché fondatrice di DiverCity Magazine, per approfondire le modalità per affrontare eventuali discriminazioni."Il messaggio dunque è chiaro e urgente", ha dichiarato Valentina Dolciotti. "Le aziende non possono evitare di considerare l'impatto sociale e culturale che hanno sulle persone, sui territori, sulle comunità dove operano. Parlare di equità, di diritti, di inclusione è un dovere di cui ogni soggetto che opera nella nostra società deve farsi carico, anche se questo vuol dire affrontare argomenti delicati come le discriminazioni e le molestie. In questo senso il ruolo delle aziende diventa cruciale". Ruolo che Nespresso ha fatto proprio, ormai da diversi anni, attraverso iniziative e progetti come questo, finalizzati a diffondere la cultura del rispetto e dell'inclusione dentro e fuori dall'ambiente lavorativo.