I genitori di Lavinia Montebove: «Nostra figlia non è in stato vegetativo per fatalità, ci sono colpe»

2024-01-22 24

«Giustizia è fatta, almeno per quello che le leggi consentono. Aspettavamo questo momento, ma non per le condanne o per chiudere questa vicenda, che pure è un sollievo. Ma per noi era importante avere una verità e vedere scritto che quello che è successo non è stata una fatalità, come un meteorite che cade, ma ci sono state delle colpe e negligenze. Lavinia è entrata sana in quella scuola e ne è uscita in stato vegetativo. Non tornerà mai quello che era ma così è un po’ più facile accettarlo». Lara, mamma di Lavinia Montebove, non nasconde la soddisfazione, seppur amara, dopo la sentenza che condanna a due anni e sei mesi la maestra Francesca Rocca con risarcimento danni (da quantificare) alla bambina e ai suoi genitori. Un anno alla investitrice Chiara Colonnelli e patente sospesa per lo stesso periodo. È la sentenza con cui a quasi duemila giorni dai fatti (cinque anni e mezzo) si chiude il processo di primo grado per l’investimento di Lavinia Montebove, avvenuto il 7 agosto 2018 nell’area antistante il nido «La fattoria di mamma Cocca» a Velletri. «Neanche ho ascoltato quello che diceva il giudice dopo la parola "responsabile del reato" - aggiunge il marito Massimo Montebove - è un’emozione davvero forte dopo tutto questo tempo». Il giudice ha condannato la maestra a risarcire anche i nonni della bambina, che all'epoca dei fatti aveva 16 mesi e da allora è in coma vegetativo irreversibile.