Scoppia la polemica per il convegno organizzato dal Centro Studi Politici e Strategici "Machiavelli" presso la Camera dei Deputati, su aborto ed eutanasia. Durante l'evento è stata presentata la rivista 'Biopoetica', pubblicata dal centro che, in sintesi, contesta il diritto all'aborto, paragonandolo in un passaggio a "uccidere, rubare, ferire". Maria Alessandra Varone, una delle relatrici e ricercatrice di Filosofia all'Università di Roma Tre, ha sostenuto che l'aborto non dovrebbe essere considerato un diritto, nemmeno nei casi più tragici, come lo stupro. Ha dichiarato: "Nulla toglie che questo bambino poi possa essere dato in adozione. Nulla toglie che questa madre poi possa non portare avanti la sua vita con lui, ma questo non l'autorizza a ucciderlo perché di questo si tratta e bisogna avere il coraggio di usare le parole che sono quelle consone: non è mai giusto".L'evento, ospitato nella sala stampa di Montecitorio, è stato ospitato dal deputato leghista Simone Billi, sebbene non fosse presente. Dure le reazioni dell'opposizione. "Dopo Pillon arriva Billi. A destra cambiano i volti ma non i programmi: non si fermano la propaganda contro i diritti delle donne e le affermazioni aberranti. Allora ripetiamolo: l'aborto è un diritto sancito dalla legge, con buona pace degli esponenti leghisti", scrive su X la senatrice del Partito Democratico Ylenia Zambito. E la capogruppo dem a Montecitorio, Chiara Braga, sottolinea: "Non vi permetteremo di fare dell'Italia un paese del Medioevo e della barbarie civile e umana. L'aborto è un diritto anche per le vostre compagne, anche per le vostre figlie. È inaccettabile che venga negato in Parlamento e da un partito di governo. Meloni, da donna, cosa dice?"