Rapporto Copernicus: il 2023 è l'anno più caldo mai registrato

2024-01-09 32

Roma, 9 gen. (askanews) - Ora è ufficiale: il 2023 è l'anno più caldo mai registrato dal 1850, anno in cui sono iniziate le rilevazioni. Battuto anche il 2016. La temperatura media globale, infatti, è stata di 14.98 gradi centigradi, 0.17 gradi in più rispetto al precedente record.Secondo l'ultimo rapporto del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service - C3S), implementato dal centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea (con il finanziamento dell'Ue), quest'anno c'è stato anche il mese più caldo mai registrato, anzi due, luglio e agosto, e le medie giornaliere della temperatura globale hanno brevemente superato i livelli pre-industriali di oltre 2 gradi.È probabile che un periodo di 12 mesi che termina a gennaio o febbraio 2024 superi di 1.5 gradi il livello pre-industriale.Ogni mese, da giugno a dicembre, è stato più caldo del corrispondente mese del 2022. Il dicembre appena trascorso è stato il più caldo mai registrato a livello globale.Inoltre, le temperature medie globali della superficie del mare sono rimaste persistentemente e insolitamente alte, raggiungendo livelli record per il periodo che va da aprile a dicembre; il ghiaccio marino antartico in 8 mesi ha raggiunto estensioni minime da record e in tutto il mondo si sono stati registrati numerosi eventi estremi, come ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi.Il rapporto "Global Climate Highlights 2023", indaga anche i principali fattori che hanno determinato i record climatici: tra questi, le concentrazioni di gas serra, il fenomeno El Nino e altre variazioni naturali. "I dati forniscono un'ulteriore prova del crescente impatto dei cambiamenti climatici - ha commentato Mauro Facchini, capo dell'Osservazione della Terra presso la Direzione Generale per l'Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione Europea - l'Unione Europea ha concordato una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, mancano solo sei anni. La sfida è chiara".