Roma, 14 nov. (askanews) - A Villaseta, nel quartiere più periferico di Agrigento, unabiblioteca dimenticata da decenni ha riconquistato nuova vitagrazie ad un innovativo progetto selezionato e sostenuto tramiteil bando "Biblioteche e Comunità", promosso da Fondazione CON ILSUD e Centro per il libero e la lettura, e realizzato da Aics -Comitato provinciale di Agrigento. Dopo decenni di chiusura, labiblioteca di Villaseta, divenuta nel tempo un magazzinopolveroso, riapre come hub culturale e tecnologico unico nel suogenere. Qualche libro, uno studio di registrazione, moltatecnologia.Un'idea molto lontana dalle biblioteche tradizionali conchilometri di scaffali pieni di libri polverosi e studiosiseriosi pronti a redarguire chiunque sfidi l'ossequioso silenzio.La Biblioteca Sociale di Villaseta è un luogo in cui sperimentarenuove forme di apprendimento tramite le metodologiedell'educazione informale."La Biblioteca Sociale di Villaseta è prima di tutto un luogo diritrovo per tutta la città. La nostra ambizione è che questoquartiere smetta di essere considerato il quartiere ghetto daevitare", spiega Gaetano Di Ballo, presidente dell'associazionedi promozione sociale "T.T.T.-Tierra Techo Trabajo". "Il sensodei laboratori tramite musica e gamification sta proprio inquesto: offrire un servizio capace di mettere in relazione gliadolescenti di tutta la città".Sara Gallo, coordinatrice dell'area educazione T.T.T., sottolineache "lo scopo primario dell'associazione è fermare l'emigrazionegiovanile" e, continua, "crediamo fermamente che esista unarelazione inscindibile tra emigrazione e dispersione scolastica.Sappiamo bene quanto sia difficile intervenire sulla dispersione,esplicita ed implicita, soprattutto in un quartiere complesso econ una grande carenza di servizi come Villaseta. Per questomotivo una semplice biblioteca non poteva essere sufficiente. LaBiblioteca Sociale funziona perché è un posto che i ragazzisentono come proprio: è un luogo, nei fatti, autogestito dagiovani e giovanissimi".La Biblioteca Sociale ribalta le gerarchie. Non ci sonovisitatori, ma solo partecipanti. I giovani sono il motorecreativo del luogo dato che l'elemento partecipativo non è solonella fruizione, ma nella progettazione della biblioteca stessa.La filosofia chiave della biblioteca 2.0 è quella delpeer-to-peer, in cui l'apprendimento avviene grazie allo scambioe alla collaborazione tra pari. Qui il giovane che ha delle skilldigitali può insegnare a un altro giovane interessato; ilcreativo può condividere le proprie abilità con chi desideraesplorare nuovi orizzonti artistici. Il risultato è un circolovirtuoso di conoscenza e crescita, in cui il talento di ciascunodiventa una risorsa preziosa per l'intera comunità.