Roma, 9 nov. (askanews) - Governabilità in cambio di amnistia, e qualche vaga promessa: questo, in sostanza, il contenuto delle quattro pagine dell'accordo fra il partito Socialista (Psoe) e gli indipendentisti di Junts-Uniti per la Catalogna. Un accordo che permetterà a Pedro Sanchez di rimanere al governo della Spagna, e al leader catalano Carles Puigdemont almeno in teoria di tornare in patria, si vedrà con quale veste politica. Il patto è stato firmato oggi in Belgio, visto che Puigdemont non può per ora entrare in Spagna, dove lo attende un mandato di arresto.Da Bruxelles, il leader catalano ha spiegato i termini dell'accordo ricordando, dice, di essere perseguitato assieme ad altri colleghi per il referendum sull'indipendenza della Catalogna del 2017: "In qualunque democrazia non è un reato, contrariamente a quanto dice lo Stato spagnolo, e per questo nell'accordo c'è una legge di amnistia per non lasciare fuori nessuno che sia stato perseguitato solo per aver partecipato al processo verso l'indipendenza".Però, i socialisti sottolineano di non aver accreditato nessuna legittimità alla dichiarazione unilaterale di indipendenza. Anzi: l'accordo prevede che un eventuale nuovo referendum dovrebbe seguire l'iter parlamentare a Madrid e quindi avrà scarse speranze.Due mesi dopo le elezioni, può essere formato il nuovo governo in Spagna: socialisti, sinistra di Sumar, e indipendentisti catalani. Protesta vivamente una parte del paese e in particolare il Partito Popolare: i conservatori erano arrivati primi alle elezioni ma non avevano una maggioranza parlamentare. L'accordo con i catalani è considerato un tradimento:Per il leader popolare Alberto Nunez Feijo, "Questo accordo della vergogna non risolve nessun problema anzi li aggrava tutti. Stiamo parlando di cedere a un ricatto che metterà fine all'eguaglianza degli spagnoli consacrata dalla Costituzione".