Catania, le risse del branco in discoteca: a capo un quindicenne imparentato col boss

2023-10-18 97

Un branco guidato da un 15enne stretto congiunto di un boss mafioso avrebbe spadroneggiato in una discoteca di Catania ingaggiando finte risse per creare disordini, minacciando e picchiando barman e buttafuori per estorcere entrate e consumazioni gratuite, intimidendo i clienti e causando in una circostanza l’interruzione di una festa privata.
È quanto emerge dall’operazione «Dazio» dei carabinieri del comando provinciale di Catania, che con il supporto dei reparti specializzati stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di sei giovani e di un minorenne. I sette sono indagati a vario titolo per estorsione, lesioni personali commesse in più persone riunite con utilizzo di armi, violenza privata, il tutto con l’aggravante del metodo mafioso. Le ordinanze dispongono cinque misure cautelari in carcere e una agli arresti domiciliari per i maggiorenni, e la custodia in un istituto penitenziario per il 15enne.
Le indagini, coordinate dalle procure distrettuale e per i minorenni e condotte dal Nucleo operativo della compagnia Piazza Dante, avrebbero documentato l’esistenza di un gruppo criminale composto da numerosi giovani, tra cui i sette indagati, guidati dal 15enne, stretto congiunto di uno dei responsabili del gruppo Nizza, attualmente detenuto al 41bis e appartenente alla ’famiglià Santapaola-Ercolano di Cosa nostra.
Secondo l’accusa, «la ‘gang’, agendo col metodo mafioso e avvalendosi della forza intimidatrice espressa dal sodalizio, tra febbraio e maggio 2023, avrebbe attuato una serie di violenze e minacce nei confronti del titolare e dipendenti della discoteca Ecs Dogana, nel porto di Catania“
Gli investigatori ritengono «emblematico un episodio di violenza, quando il gruppo criminale, ostentando la disponibilità di pistole, avrebbe violentemente pestato due giovani». In particolare, una delle vittime, dopo essere stata accerchiata dal branco, sarebbe stata colpita alla testa con il calcio della pistola e poi presa a calci e pugni dal gruppo». L’aggressione sarebbe continuata nonostante la vittima fosse sanguinante.

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