Roma, 12 ott. (askanews) - In Italia si assiste a un crollo delle vaccinazioni antinfluenzali soprattutto nelle fasce di popolazione che ne avrebbero più bisogno, cioè gli over 65 e i fragili, più esposti alle possibili complicanze della malattia. Si stima che il 50% di loro non riceva il vaccino o non riceva quello più adatto, con effetti negativi non solo sulla loro salute ma anche sul sistema sanitario. Dopo il periodo del Covid che ha portato a vaccinazioni estese per prevenire il contagio, è subentrata quella che l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito "stanchezza vaccinale" che ha portato a ritardare o rifiutare la vaccinazione antinfluenzale. Da qui la decisione di un gruppo di esperti di geriatria, igiene e salute pubblica di sviluppare un documento in 10 punti indirizzato alle istituzioni per migliorare i tassi di copertura vaccinale, presentato a Roma su iniziativa di Simona Loizzo, componente della commissione Affari sociali della Camera."Come sappiamo l'influenza è un grande killer, con circa 8.000 morti l'anno. Per questo - dichiara ad askanews Simona Loizzo, componente della Commissione Affari sociali della Camera - dobbiamo andare a creare una cultura della vaccinazione antinfluenzale sia per i soggetti sani, se vogliamo ottenere un effetto di riverbero sulle comunità, sia ovviamente sui pazienti fragili". Il documento elaborato dal board di esperti suggerisce una serie di misure da adottare a livello centrale e regionale per sensibilizzare la popolazione, garantire una vaccinazione di prossimità coinvolgendo maggiormente i medici di famiglia e le farmacie e verificare gli esiti delle campagne vaccinali in termini, ad esempio, di riduzione di ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva."È un decalogo fatto di proposte operative, concrete. Primo, - spiega ad askanews Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene e Medicina Preventiva all'Università Cattolica - fare una comunicazione mirata, in modo che la gente, soprattutto le persone a rischio e gli anziani capiscano l'importanza della vaccinazione. Secondo, un'organizzazione adeguata sia a livello centrale, con l'emanazione della circolare antinfluenzale in tempo e anche con un controllo da parte dello Stato sulle Regioni, perché la differenza tra le Regioni è eclatante. E la terza riguarda i finanziamenti, garantire finanziamenti adeguati alla prevenzione sapendo che è il migliore investimento possibile perché ogni euro che viene messo in prevenzione ha un ritorno enorme, innanzitutto in salute ma anche in economia".L'obiettivo degli esperti è arrivare a vaccinare almeno il 75% della popolazione target, puntando a una soglia ottimale del 95%, garantendo l'appropriatezza vaccinale cioè la somministrazione del vaccino più adatto a ogni singola persona. "Questo - dice Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva - è uno di quei casi tipici in cui il concorso al ribasso non solo non aiuta lo Stato ma non aiuta nemmeno i cittadini, perché di fatto per l'anziano fragile ormai si è tutti d'accordo che serve il vaccino quadrivalente adiuvato".Insomma, il vaccino giusto alla persona giusta al momento giusto, per evitare ritardi e sprechi e garantire una copertura efficace.