Roma, 9 ott. (askanews) - Trovare un equilibrio tra la componente pubblica e la componente privata del sistema sanitario, basato su regole chiare e condivise, per arrivare a garantire a tutti i cittadini una sanità efficace, appropriata ed equa. È il messaggio arrivato durante l'evento organizzato dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e dall'Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) per presentare il "Rapporto sulla Qualità degli Outcome clinici degli Ospedali italiani" elaborato congiuntamente. Il Rapporto offre una valutazione comparativa tra le strutture pubbliche e private del Servizio sanitario nazionale in relazione all'assistenza ospedaliera in sette aree cliniche tra cui il sistema cardiocircolatorio, il sistema nervoso, la chirurgia oncologica, gravidanza e parto."In Italia - dichiara Domenico Mantoan, Direttore generale Agenas - abbiamo uno strumento straordinario che è il Piano Nazionale Esiti (PNE), che nessun altro Paese ha, per cui noi siamo in grado di valutare gli esiti clinici delle prestazioni, degli interventi chirurgici, delle prestazioni mediche quindi riusciamo a valutare anche il comportamento del singolo professionista. E la cosa positiva è che Aiop, l'Associazione degli ospedali privati, da un paio di anni ha fatto una convenzione con Agenas per andare a verificare, a monitorare, a capire quali sono i punti di forza e quelli di debolezza e quindi per cercare di accettare la sfida della qualità. La cosa positiva - conclude - è che se si guarda ai dati del PNE degli ultimi 5 anni sono tutti migliorati. C'è una corsa a migliorare".A livello nazionale delle 511 strutture pubbliche valutate 45 riportano tutte le aree cliniche validate di qualità alta o molto alta, mentre delle 297 strutture di diritto privato sono 80 quelle con standard elevati. Quanto alle strutture di qualità bassa o molto bassa, sono 54 quelle pubbliche e 75 quelle di diritto privato."Dal Rapporto - dichiara Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop - emergono 21 sistemi sanitari differenti però emerge anche che, ad esempio nell'area oncologica, i risultati sono assolutamente sovrapponibili, cioè, nonostante tutte le problematiche post pandemiche, sia la componente di diritto pubblico che quella di diritto privato hanno fatto degli eccellenti risultati. Le criticità che attengono al nostro settore sono sempre le stesse. Noi scontiamo dal 2012 una norma - il dl 95/2012 - che blocca la nostra potenzialità erogatrice al 2011. In un momento storico in cui il Paese registra liste d'attesa, rinuncia alla cure, fenomeni di spesa out of pocket senza precedenti mantenere una norma anacronistica e datata, rispetto alla quale ogni anno il legislatore e il governo devono fare una deroga, mi sembra quantomeno contraddittorio. Quindi noi - conclude - chiediamo che venga rimosso questo tetto in maniera tale da poter utilizzare la nostra potenzialità reale a vantaggio degli italiani".