Firenze, 16 set. (askanews) - L'innovazione tecnologica sta rivoluzionando la terapia dei linfomi, toccando frontiere inesplorate solo fino a qualche anno fa. Il quadro generale del trattamento di queste patologie è stato presentato, a Firenze, nel corso del Seminario pazienti-medici, organizzato da Ail, Gruppo Ail Pazienti Linfomi, Fondazione Italia Linfomi. Enormi progressi si stanno compiendo grazie al passaggio dalla tradizionale chemioterapia a trattamenti più mirati nei confronti del singolo tumore."Oltre all'efficacia, essendo target therapy si riducono moltissimo gli effetti collaterali. In molte patologie non si usano più i chemioterapici con grande miglioramento della qualità della vita, anche in relazione per esempio a complicazioni abbastanza frequenti e fastidiose, come per esempio la perdita dei capelli per le donne" spiega Alberto Bosi, presidente Ail Firenze.Le novità più importanti riguardano i linfomi aggressivi e e sono per lo più legate allo sviluppo di nuovi anticorpi monoclonali. Spiega Luca Nassi, SOD Ematologia dell'AOU Careggi: "Tra questi gli anticorpi bispecifici che legano due tipi di cellule diverse, sia le cellule della malattie che linfociti-T permettendo di agganciare il sistema immunitario alla patalogia, ottenendo risposte estremamente buone e promettenti in pazienti altrimenti refrettari alle terapie precedenti. Ci sono le CAR-T cellule ingegnerizzate attualmente in commercio che hanno permesso di dare una chance terapeutica a pazienti attualmente in terza linea di trattamento, a breve nei casi di linfoma diffuso a grandi cellule b dalla seconda linea di trattamento, e vi sono già delle sperimentazioni in corso per anticiparle come consolidamento in pazienti che non ottengono risposta dopo la prima linea di trattamento"Tra i punti più di rilievo emersi durante il seminario, vi è senz'altro quello del diritto all'oblio oncologico, ricorda Mario Tarricone, Gruppo pazienti linfomi: "E' importante che ci sia una legge che consenta a queste persone di essere tutelate. La legge sul diritto all'oblio che già è stata adottata in Francia, e in Italia c'è una proposta di legge approvata alla Camera e che attende l'ok del Senato, prevede proprio questo, che i pazienti che abbiano terminato le terapie e siano in remissione completa da più di 10 anni dall'inizio della remissione, possano legittimamente, senza incorrere in sanzione di legge, non dichiarare il proprio stato di ex paziente oncologico in sede di accesso al credito, alle polizze assicurative o in sede di adozione". Si tratterebbe di un grande un passo in avanti per ripristinare a pieno i diritti gli ex pazienti oncologici.