Santiago del Cile, 12 set. (askanews) - Lo Stato cileno deve assumersi la responsabilità dei crimini commessi durante la sanguinaria dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990). Nel giorno del 50mo anniversario del golpe che rovesciò il governo socialista democraticamente eletto di Salvador Allende, il presidente cileno Gabriel Boric, il primo capo di Stato del Paese nato dopo il 1973, è anche il primo a chiedere con forza verità e giustizia per le vittime del regime, che massacrò e fece sparire decine di migliaia di persone."Il nostro governo vuole lasciare in eredità questo Piano nazionale di Ricerca, Verità e Giustizia, come segnale istituzionale che abbiamo voluto lasciare in questa commemorazione".Boric ha anche fatto riferimento al ruolo delle ambasciate straniere che dettero rifugio a centinaia di persone - fra le principali ci fu proprio quella italiana."Il nostro omaggio ai diplomatici stranieri che fecero i loro migliori sforzi in un momento durissimo della nostra storia, che affrontarono paura e terrore, che sfidarono la dittatura per mettere un po' di umanità negli sguardi dei perseguitati, delle loro persone amate e dei loro figli".Fra coloro che hanno preso la parola, anche la senatrice Isabel Allende, figlia del presidente Allende, che si suicidò durante l'assalto dei golpisti al Palacio de la Moneda, sede del governo. L'istituzione di un Piano nazionale di ricerca delle migliaia di "desaparecidos" cileni è un primo passo, ha detto, ma ne servono molti altri prima che si possa parlare davvero di giustizia.Le iniziative del governo vedono un paese tuttora diviso da una profonda frattura fra quanti da sinistra, come lo stesso presidente, chiedono una condanna unanime e più trasparenza sulla pagina più tragica della storia del paese, e la destra, che ancora oggi in una dichiarazione del partito Unione Democratica Indipendente ha rivendicato il golpe come "inevitabile" per impedire il consolidamento di un governo comunista. Boric ha risposto che "certamente c'erano alternative" e "ci sarà sempre un'altra alternativa che implichi più democrazia e non meno".Secondo i sondaggi, il 40% dei cileni intervistati considera Allende responsabile di aver messo il Cile nella condizioni che portarono al colpo di Stato, mentre allo stesso tempo il 50% dice di detestare la dittatura militare di Pinochet. Per il 49%, la commemorazione è "irrilevante", mentre un 48% ritiene che sì, questi atti avranno un impatto sulla convivenza futura dei cileni.