Alberi e rami pericolanti sulle ciclabili

2015-06-26 1

Giovedì due grossi rami sono caduti sul tratto di pista ciclabile tra piazza delle Belle Arti e il Museo di Villa Giulia e giorni fa un tronco si è abbattuto sulla pista di fronte alla Moschea. Quest’ultimo è il secondo episodio dopo i rami caduti nel tratto a poche centinaia di metri alcuni giorni prima. Dopo la caduta del platano di 25 metri in viale Regina Margherita e del pino di 15 metri al Gianicolo, l’allarme per tronchi e rami pericolanti si sposta sulle piste ciclabili. «Questi fatti testimoniano lo stato di grande abbandono e pericolo in cui sono lasciati i ciclisti romani», protesta Fausto Bonafaccia, a nome di «Biciroma» . Ora l’allerta è per la ciclabile sugli argini del Tevere: tra ponte Sant’Angelo e Ponte Sisto, fino a Porta Portese i lunghi rami degli alberi cadono sugli argini del fiume dove da pochi giorni transitano anche migliaia di romani che si recano nei bar e nei ristoranti dei gazebo dell’Estate romana. «Sono 7-8 anni che il Tevere e l’Aniene sono pieni di alberi non curati», ricorda Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. «All’inizio della giunta Alemanno le cooperative non hanno più lavorato, non ci sono più state le manutenzioni delle banchine del Tevere». Legambiente domenica scorsa ha effettuato la potatura degli alberi sulla ciclabile sotto lo Stadio Olimpico: «Abbiamo lavorato con i freeclimber sul parco Capoprati ma quest’anno non faremo i campi-scuola con i bambini perché ci sono troppi rami pericolanti». E la proposta è pronta: «Noi siamo a disposizione e chiediamo che l’amministrazione aiuti le forme di volontariato puro, dove non ci sono dinamiche economiche».