Morta a Roma, a 102 anni, Topazia Alliata, grande artista e grande donna imprenditrice, madre della scrittrice Dacia Maraini, è tornata per poche ore nella sua Casteldaccia, nel salone della cantina fondata dal padre, il duca Enrico di Salaparuta, quella dei vini Corvo, oggi sede del municipio. Prima dell’ultimo trasferimento verso la tomba di famiglia, nel piccolo centro a pochi chilometri da Palermo e Bagheria, centinaia di persone hanno salutato la versatile protagonista di una vita segnata perfino dall’esperienza del campo di concentramento in Giappone dove fu rinchiusa con il marito Fosco Maraini e le tre figlie. Poi, nel 1946, il ritorno in Sicilia, nell’edificio della cantina da tanti anni ormai non più in mano alla famiglia. A due passi dalla Bagheria di Renato Guttuso che la ritrasse più volte e con il quale scoprì l’arte della pittura. Tanti i ricordi di amici e parenti, della figlia Toni, oltre ad una orazione di Dacia Maraini che ha raccontato gli ultimi giorni della madre e un aneddoto legato alla passione di Topazia Alliata per il vino, per quello che rappresentava: «Mia madre non mangiava e beveva più, ma ogni giorno voleva annusare un bicchiere di vino, sentirne il profumo, come per rivivere il racconto della sua terra, come per aspirare qualcosa della sua memoria, della sua storia. Un gesto finale, commovente, che dà la misura di quanto abbia pesato nella sua vita l’attività legata alla produzione del vino, a questo straordinario frutto della terra dove è voluta tornare...».